c’erano solo i mostri che attraversavano la brina
come una piorrea dell’infinito oppure accecati
dalla stella polare: era l’estinzione della strada
contro il muro recintato di caligine
che riserenava la città… bisognava passare oltre
la vita: ho imparato che tutto si destina.
*
allora ho
acceso la luce: una donna
compare oltre le mura come una felicità
che non aveva gli occhi
verde speranza; sembra ubriaca e cade:
quante volte abbiamo creduto insieme alla vita
o l’irrompere dei mostri, la fuga oltre il rito
azzurro come la saliva di un sogno
a parteggiare la vertigine e dimenticare
la voce prima. Tutto rimostrava una giungla
o l’argilla… e nella caverna crollava ancora:
chiedeva una carità impossibile di vuoto.
*
Noi siamo come creature
di nebbia
in fuga dallo stupro
della vita, mostri
che irrorano petrolio
dal cuore emersi
da una fissità vermiglia
come polsi aperti
*
Eravamo figli di una dimenticanza comune
interiore
ma sapevamo l’esistenza da qualche parte
o come essere davvero soli nel mucchio:
ci avevano lasciato allora ai margini della vita.
Antonio Merola, classe 1994, ha pubblicato il saggio F. Scott Fitzgerald e l’Italia (Ladolfi, 2018). È cofondatore di YAWP: giornale di letterature e filosofie, per il quale gestisce oggi la sezione poetica. Sue poesie sono apparse su siti e riviste letterarie come A4 – la rivista su un foglio solo, il n.89 della rivista Atelier, Nazione Indiana, Argo, Poetarum Silva, Nuova Ciminiera, Il Foglio Letterario, La Tigre di Carta e Pageambiente. Collabora o ha collaborato con Altri Animali, (Racconti Edizioni), Flanerì(per cui cura la rubrica L’isolamento del romantico americano), Lavoro Culturale, Midnight, O’ Magazine e Carmilla. Suoi racconti inediti sono apparsi su Nazione Indiana, Carmilla, Argo, Cultora, Frammenti Rivista, Il Pickwick, Reader For Blind e nel primo numero della Creatura.