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J. L. Borges – Traduzioni isometriche

Traduzione a cura di Salvatore D’Angelo

Tre sonetti tratti da La cifra e Atlas

Blake

¿Donde estará la rosa que en tu mano
prodiga, sin saberlo, íntimos dones?
No en el color, porque la flor es ciega,
ni en la dulce fragrancia inagotable,
ni en el peso de un pétalo. Esas cosas
son unos pocos y perdidos ecos.
La rosa verdadera está muy lejos.
Puede ser un pilar o una batalla
o un firmamento de ángeles o un mundo
infinito, secreto y necesario,
o el júbilo de un dios que no veremos
o un planeta de plata en otro cielo
o un terrible arquetipo que no tiene
la forma de la rosa.

Metro: Endecasillabi non rimati, con settenario finale (in 2^,4^,6^)
Accenti in 4^-6^-8^-10^ a minore e in 6^,8^,10^ a maiore

Blake

Dove sarà la rosa che in tua mano
Prodiga, e non lo sa, intimi doni?
Non nel colore, perché il fiore è cieco,
né nel dolce ricchissimo profumo,
né nel peso d’un petalo. Tal cose
Son solo poche e già smarrite eco.
Ben più lontana sta la rosa vera.
Può essere un pilastro o una battaglia,
o un firmamento d’angeli o un mondo
infinito, segreto e necessario,
il giubilo d’un dio che non vedremo,
o un argenteo pianeta in altro cielo
o un orrido archetìpo che non ha
la forma della rosa.

Metro: Endecasillabi non rimati, con settenario finale (in 2^,4^,6^)
Accenti in 4^-6^-8^-10^ a minore e in 6^,8^,10^ a maiore

Sonetto tratto da La cifra (1981)

César

Aquí, lo que dejaron los puñales.
Aquí esa pobre cosa, un hombre muerto
que se llamaba César. Le han abierto
cráteres en la carne los metales.
Aquí la atroz, aquí la detenida
máquina usada ayer para la gloria,
para escribir y ejecutar la historia
y para el goce pleno de la vida.
Aquí también el otro, aquel prudente
emperador que declinό laureles,
que comandό batallas y bajeles
y fue honor y fue envidia de la gente.
Aquí también el otro, el venidero
cuya gran sombra será el orbe entero.

Metro: ABBA-CDDC-EFFE-GG
Accenti in 4^-6^-8^-10^ a minore e in 6^,8^,10^ a maiore

Cesare

Qui, quello che lasciarono i pugnali.
Qui la povera cosa, un uomo morto
che si chiamava Cesare. Gli han torto
crateri nella carne ormai ferali.
Qui quell’atroce, quella mai impedita
macchina usata ieri per la gloria,
per costruire ed iscrivere la storia
e per il gusto pieno della vita.
Qui però anche l’altro, quel prudente
imperatore che sdegnò gli allori,
che guidò navi, battaglie, littori
e fu invidia ed onore della gente.
Qui però anche l’altro, l’eveniente
grande ombra che sarà l’orbe imponente.

Metro: ABBA-CDDC-EFFE-GG
Accenti in 4^-6^-8^-10^ a minore e in 6^,8^,10^ a maiore

Piedras y Chile

Por aquí habré pasado tantas veces.
No puedo recordarlas. Más lejana
que el Gange me parece la mañana
o la tarde en que fueron. Los reveses
de la suerte no cuentan. Ya son parte
de esa dόcil arcilla, mi pasado,
que borra el tiempo o que maneja el arte
y que ningún augur ha descifrado.
Tal vez en la tiniebla hubo una espada,
acaso hubo una rosa. Entretejidas
sombras las guardan hoy en sus guaridas.
Sόlo me queda la ceniza. Nada.
Absuelto de las máscaras que he sido,
Seré en la muerte mi total olvido.

Metro: ABBA-CDCD-EFFE-GG
Accenti in 4^-6^-8^-10^ a minore e in 6^,8^,10^ a maiore

Piedras e Cile

Da qui sarò passato tante volte.
Non riesco a ricordarle. Più lontano
del Gange pare a me il mattino vano
o la sera che ciò avvenne. Le svolte
della sorte non contano. Son parte
d’una docile argilla, il mio passato,
che erode il tempo o che maneggia l’arte
e che nessun veggente ha decrittato.
Vi fu in quella tenebra una spada,
forse vi fu una rosa, ombre sfumate
che oggi nelle sue tane son stivate.
Nulla. Resta la cenere e la strada.
Assolto dalle maschere dell’io,
sarò, morendo, il mio totale oblio.

Metro: ABBA-CDCD-EFFE-GG
Accenti in 4^-6^-8^-10^ a minore e in 6^,8^,10^ a maiore

*nome di una strada di Buenos Aires

Sonetti tratti da Atlante (1984)

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