I.
Tagli la luce per raggiungerla prima
infili la punta dritto alla polpa
giù più giù per la strada che il sospiro ha percorso
è entrato ed è uscito dal frutto
nella luce è rimasta la strada che porta fino al nocciolo
è un tuffo via via sentirla la pietra
metti sanguisughe alla luce
togli il sangue poi la luna
il marsupio di memoria
ma cosa ricordare?
Dietro l’altare della luce vanno i cecchini
una carezza scagliata perdifiato
la schiena nuda, il fischio del midollo
il pianto dell’uomo, il lago delle anatre
ecco ci rimane di contare i giorni
con la bocca chiusa.
È tutto lì, come svegliarsi
ripetersi con la luce
esaminarne la follia
l’eco della pietra
la mente che si plasma con la clessidra
essere nello specchio
fiore di mandorlo o luce incenerita
come riempire la ferita
di tagli e clorofilla
potare il meno possibile nel frutteto
l’eco dell’abbraccio che si ripete.
È tutto lì, amore mio, come svegliarsi, la vita
nella mancanza dell’eco
Rimuginare il sole parlarli sopra
piantarli nel pensiero la sorte delle radici
il volto ardente specchio
antico Padre, libro dell’eco
entrarci dentro pietra
con la fermezza, gli ulivi, la veduta
hanno trovato sotterrate vasi di creta
mandibole sospese, ma non la tua mente
Il tuo volto è qui incendio
se fosse un risveglio la verità?
Ci sono dolori immaginari e fuori luogo
in cui perdi la cognizione della forza
L’amore è un mare
ha il tuo volto trattenuto dai pesci
e gli occhi sul punto della barca
che pescano la veduta
l’amore è un poeta che scopre il segno
albero legato ai cavalli del promontorio
un giro di boa forte
l’amore ha un’altra età dell’acqua
cambia stagione nel bene
è il sangue che scorre
se estrai la lama al di sotto la fessura
che urta il volto della luce
e la trattiene dentro
L’amore
è un vento buono che cambia il segno al grano
prima della commozione della pianta
dopo il seme che ara!
II–
È profezia
se scendi dalla fiamma ossidrica
se riesci a sentire il mio vento stringilo
i boscaioli lo sanno che per potare il buio
ci vuole la foce
per potare una pietra che cresce
ci vuole l’amore
per tornare a terra amore
ci vuole la casa e il paese
saper stare nella solitudine delle ortensie
in muri alzati da semi
non in grado di germinare
e la giù in fondo all’anima
oltrepassi la linea della zattera!
Non può mai sbagliare il bene
non ha ripostiglio né applausi e mani di creta
il bene è l’amore mieta cucendo i semi alla terra
per farti accorgere il tempo della raccolta
la pazienza ai corvi che Dio nutre con la morte
ecco il bene ha partorito il fiato la coagulazione della pietra
camminiamo sulle acque il bene solleva il capo
asciuga gli occhi con un sorriso
ed è viaggio viaggio viaggio
sui tempi negati.
III.
Dove mettere la meraviglia?
Quando ho smesso di respirare sono guarita della luce
disse l’amore, fa che tu sia sobria
l’abbraccio risana l’eco
insegna a essere il bene nella resistenza
a prendersi cura della cura
tenere liberi gli occhi nella meraviglia
quando perdi la strada e incontri nel burrone
questa sazietà della forma delle corolle
impigliata al cinghiale
con il sangue fermo dalle bende degli ulivi
in un memoriale
e senti le coordinate dei filati
tra il tuo volto e il mio volto di fiato e sipario
quando mi spogli di tutti i giardini
delle briciole sull’ascia, il torsolo del fianco
e la melanina dei giocatoli
dove vibra la pietra, l’ardimento d’allodola
sì tutto cambia forma nella memoria
noi in cima a guardare dal promontorio
il cambio di rotta, i fiori che vengono nutrendo
l’acqua profonda
e nel punto del ritorno l’àncora alla gola.
IV.
È il paradiso questo amore
ora lo so l’aurea del bene
guardi questo rimanere sul ciglio della commozione
e passeggiare sui ghiacciai
non c’è nessuna rientranza e chi attende
lo fa attaccato al muretto che dà sul fosso
a pochi centimetri dal fiato
ma tu sai che i rupi sono i molteplici pensieri
seduti sui granai
che cosa ne è dell’anima
prenderà il sopravento
andrà come i cavalli
la criniera delle stelle inchiodata al suolo
chiusa al torace perché non smetta di battere
lo scricchiolio a vista, la costola del cane
come sussultò
valanga polverosa cambia e sorpassa la roccia sottostante
i cristalli di ghiaccio
questo corpo cesellato sul corpo, questo manto nevoso
acqua su acqua
è il paradiso questo volare dal tronco
questo essere scheggia che rientra.
V.
-Ti prego aiutami a fidarmi
togli il cinismo agli incendiari
al sacrilegio il vizio
mandami un vento
fammi integra allo specchio
quando passerà il rospo
la rivolta della polvere
ecco regalami ai sordi
a chi sono servita
con la sorsata e la lingua
io mi vedo sul grano passato
mandala a specchio
-Tu che non temi la morte
che prediligi un posto unico una campana
una preghiera indaffarata
che tappezzi il piacere del bene
e marchi il bene e ti soprassiedi alla mente
che non ami il tradimento e la vendetta
poi ti vendichi del dubbio e ne dubiti
ti consoli della tua mente
che torchia e soppesa la farina
e ti rigiri sulla buca e la adorni di orpelli
di pensieri con un groppo alla gola e meraviglia
e poi ci caschi come un cieco che non si ferma
prima che il bastone lo dirige figlia mia
poi ti ho compreso
sei ignara della mano che volgi e sottrai
e poi ho capito perché slitti
e sfoderi la neve come albero
e ridi di una neve inalberata
e ami di un fuoco alimentato
dalla tua casa
Quando toccherai l’amore m’incontrerai.