Arianna Vartolo – Cinque poesie

Questa notte, la tua spina
dorsale è stata come dosso
usata da ciò che – o chi – fosse 

in passaggio. Ma sarebbe stata anche

ideale per un filmato,
ché – se fosse stata la schiena 
più lontana – sarebbe apparsa 

simile a riva di sacra isola.
___

Quel taglio della luna, sanguina
latte di mandorle. Tu 
non lo sai – questo – e continui
a bere caffè.
___

Ho ascoltato il linguaggio
di quelle tue mani: mi hanno
solo detto del viaggio

di un unico vento; dei passi
– ampi – quando cammini
sul parquet. Il legno delle assi

non cede e resta intero,

semplice come respirare.

____

Voglio giocare a farti 
venire avanti – e indietro per un
passo; solo a toccarti
la punta del naso con fili

d’erba bruciata. Agosto
è il tempo dei fantasmi: ogni ombra
ha forma storia posto

qui; noi ne sentiamo la pelle.

____

Non lasciare l’Assoluto cadere
nel bicchiere del tuo latte
versato.

1 Comment

  1. Leggerezza, ma pure profondità, nel continuo racconto dell’essere. Momenti di vita, dunque, ma non conclusivi, Una passeggiata sulla mulattiera dell’esistenza nella speranza che la ‘ spina dorsale’ riesca a sopportare il peso d’una ‘soma’ fin troppo pesante, a volte. Ma quel tenue lucore pensato – indi intravisto tra le parole vergate dalla Nostra- mantiene viva una qualche speranza. Vita in fieri, bilanciata in un equilibrio instabile quanto a desiderio e finalità progettuali mentre lo sguardo si perde fra la nebbia d’un misterioso infinito.

Rispondi