Questa notte, la tua spina
dorsale è stata come dosso
usata da ciò che – o chi – fosse
in passaggio. Ma sarebbe stata anche
ideale per un filmato,
ché – se fosse stata la schiena
più lontana – sarebbe apparsa
simile a riva di sacra isola.
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Quel taglio della luna, sanguina
latte di mandorle. Tu
non lo sai – questo – e continui
a bere caffè.
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Ho ascoltato il linguaggio
di quelle tue mani: mi hanno
solo detto del viaggio
di un unico vento; dei passi
– ampi – quando cammini
sul parquet. Il legno delle assi
non cede e resta intero,
semplice come respirare.
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Voglio giocare a farti
venire avanti – e indietro per un
passo; solo a toccarti
la punta del naso con fili
d’erba bruciata. Agosto
è il tempo dei fantasmi: ogni ombra
ha forma storia posto
qui; noi ne sentiamo la pelle.
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Non lasciare l’Assoluto cadere
nel bicchiere del tuo latte
versato.