Venerdì mi trovate all’inferno
unto di mandorle e catenacci, nel tremolio
di acque gelide e poi bollenti
e nei lamenti che consumano la fronte
ampie carni gettate a fianco
guardo l’incavo sofferente
all’addome del barbuto che si accascia
in un giorno di pietà e sole.
Ci trovate qui
nelle brezze che si confidano al petto.
Nel ritorno di gelsomini consacrati
a pulirci le schiene l’un l’altro.
Nella pace che abbiamo nascosto
a dio, le arrese hanno ancora
sangue negli occhi, le più nude
commozioni a battesimo
e la luna che sporca.