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Irene Pellegrini – Due poesie da “Albe crepuscolari”

Avvizzire

Avevo un fiore sulla terrazza
perché colorasse i giorni senza sole
profumava di buono e di speranza
come i sogni che si fanno all’alba.

Poi ha iniziato ad appassire
e io non ho sognato più;
ora che il vaso è vuoto
le mattine piovose puzzano di asfalto.

*

Istanza di rimessione in termini

Se fossi arrivata prima,
quando i campi di terra bruna non erano
spruzzati di chiazze di neve argentea
e nessun cerchio dorato delimitava
superfici dapprima libere,
avrei potuto chiamarti per nome?

Se non fossi nata
fra l’ultima sera di un secolo indicibile
e gli albori di un millennio ancora oscuro;
se non avessi ereditato troppe domande
senza risposta
saresti stato capace di amarmi?

Se il giogo dei miei anni
fosse più pesante di oggi
– più insostenibile di così –
se delle increspature già da tempo solcassero
il liscio riflesso del mio volto allo specchio
mi fasceresti – adesso – di bianco?

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