Luis Balocchi – Poesie

Deus absconditus

Cerchi nell’anima la comunione santa,
quella carezza, ineffabile, fonda,
io finito e quell’immenso che geme ai confini,
qui incarnato, qui sepolto, prima fonte.
Il sesso è una via di redenzione.

*

Corpus domini

Il mio corpo è una scheggia, il mio corpo una preghiera.
Il mio corpo è muscoli e nervi e ossa peste.
Così io vengo a te.
Come un bambino salvato dal campo di sterminio, un ragazzo di strada, un rivoltoso.
E ti porto questi occhi scuri, il viso segnato dalla guerra perduta.
Queste labbra nel nunzio di un bacio.
Che rubo alla notte.

*

Eros

Ti sussurro parole inconfessabili e sconce.
E altro non dico.
Sacramento del corpo.
Desiderio.
Io vengo nella certezza della santità.
La nostra nuda santità.
Che è fatta di labbra cosce occhi culi, sussurri devoti.

*

Ruina fulgens

Quando ero un ragazzo passavo intere ore negli obitori.
Il griso spento della pelle mi dava il senso delle cose.
E’ per questo che son diventato un atleta.
Ho curato il mio corpo.
L’ho usato per ogni splendida sevizia.
Perché il corpo è la misura di tutto.
E’ gioia.
E’ rovina.
E se un’anima davvero esiste è nel corpo che geme o risplende.
Nello schiaffo, nel pugno, nelle braccia che stringono golose,
il bacio che schiocca.

*

Il Dio smembrato – Ode a Dioniso –

Ecco il mio piede sinistro, ecco le mie mani, l’occhio appeso a un cespuglio,
le dita una ad una conficcate nella terra.
E quella è la mia lingua che stan mangiando i cani, il cazzo tra i denti di chi ha fame.
Pezzo per pezzo mi sono tagliato.
Io sono l’ultimo testimone di un rito sacrale.
Offro il mio corpo affinché la foglia cresca, l’albero dia frutto.
E di questo se ne ha prova nello sperdimento dell’amore.

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