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Antonella Lucchini – Estratti da ‘Il femminino e la sua voce’

Estratti da ‘Il femminino e la sua voce’, Il seme bianco, 2017

I

Gli scheletri scivolano
tra i rottami di Aleppo

hanno margherite nelle orbite

metatarsi piccoli e svelti
che corrono senza muoversi:

la morte ciondola
la vita corre.

Vedi bambina?

La gola non c’è più
(lo scolo del gelato e delle caramelle)

la lingua è stata mangiata;
non è stato il topolino dei denti
che si è allargato troppo

è stata una cosa volata giù
dal cielo

(e cadessero solo stelle
e si chiamassero anche quelle Perseidi).

Sì, le ossa sono bianche
e fanno rumore,
è l’eco dei denti del terrore

quando l’aria sibila
e poi esplode.

Sì, la tua mano sulla mia
fa il solletico
hai le dita scarnate.

Facciamo il gioco
“falange falangina falangetta”?

E mi dai un bacio senza bocca
sulla guancia?

II

Le donne muoiono con gli occhi aperti

anche se fuori piove.

La vita che è fuggita
rimane lì

cementata alle pupille

smesse

fisse.

La memoria degli occhi
immortala ciò che è mortale:
la scintilla di un coltello
il cane armato di una pistola
la fiamma.

Quando una donna muore
lasciatele gli occhi

prendete tutto il resto

scavate per il fegato, i reni, il cuore

gli occhi no.

Tutta la sua vita, lì dentro
Tutta la sua morte, lì dentro.

Adagiatela piano
nel suo eterno legno

non giratele le mani

i palmi verso l’aria,
il sacrificio è da vedere!

Lasciate perdere i fiori
spegnete tutte le candele
tacete le preghiere

(ti prego, ti prego, ti prego
è già stato detto).

Dateci quattro lati
e l’orco murato vivo.

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