Alessia Bronico – Poesie scelte

Da un Dio Giallo

RAL 5020*: Meccanismo umano

I

Abbuffata di locuzioni,
inghiotto virgole ad una ad una,
ciglia perse al batter d’occhi
quando vedo che mi distingui.
Sono sazia.
Le donne hanno bisogno di ninnoli
per mettersi in salvo,
minuscole pietre colorate,
sassi che rimbalzano
su inerti acque lacustri.
Ninnoli sonori che
anestetizzano manie.
Tin tin tin…
malinconicamente.
Ninnoli d’amare
nella confusione di statue.
Tin tin tin…
Così diventiamo materialisti,
assurdi nella collezione del nulla.
Ammucchiare specchi alle pareti,
poi non guardarci più.
Ospiti per panchine levigate,
soste scomode.
Battigie umide e sovraffollate.
Colonizzazione di figure sterili.
Tin tin tin…

II

Tocco i ninnoli, tintinnano,
calmano,
sull’altra sponda tu,
lo scuro degli occhi.
RAL 8007*.
Il corpo è una mappa
di accadimenti da inseguire
con l’anulare sinistro.
Una libreria sgangherata,
il tempo delle letture,
parteciparci non in assenza.
Tin tin tin…
Andirivieni di battelli,
assortimento di lacrime
miste all’ansia.
Ampio sia il mio spazio,
accurato il mio udito,
non so più respirare,
dimentico il meccanismo umano.
Né scappare, cancellata
la sequenza dei passi.
Tin tin tin…
Abbozzo colori: condanna
che metterai in atto su questa
seduta di sassi ombrosi.
Sola con le sentenze,
scommesse ridicole
della mattina abusata
per mancanza di vergogna.

III

Adottami, vedi?
Mi tengono penzolante
su funi, acrobata d’un circo.
Tin tin tin…
È quella la posizione
giusta da tenere
nel racconto d’una storia.
Adottami, perché
mi strangoleranno,
cadrò nel blu immobile.
RAL 5020.
Sono il tuo ninnolo di donna
da strofinare in caso
di spinte inevitabili.
Non è uso:
casa, letto, riproduzione.
Sopravvivenza soltanto, vita!
Tin tin tin…

*RAL 5020: blu oceano
*RAL 8007: marrone capriol

*

Da L’abito della Felicità

Refrain de vie

Vanisco nell’amore:
attendere
il mattino nudo a dire di te.

Ché è patimento un po’ di vita.

Quasi infiniti

Diventiamo piccini, curiose
ombre oblique su binari assolati,
accaldandoci in castelli di sabbia,
c’accumuliamo al sole di mezzestate.
Il ponte levatoio è amore, disperazione.
Si sopravvive ai baci,
figli delle notti bugiarde,
ai tuoi occhi:
fischi di treni in viaggio.
Longevi saluti senza memoria
e
noi nascosti persino al tempo.

Siamo quasi due, siamo due, siamo
infiniti.

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