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Elena Ferretti Berelowitsch – Poesie

Sirene

Le sirene si avvicinano in lontananza
vorrei correre verso di loro
piangere
urlare
chiederti perdono
che sola non basto
ma trema tutto-
mi frantumo
insieme alle mie solide argomentazioni
a tutti quei nostri discorsi
al sottile filo rosso
alla sottile linea bianca
come te
reclinato a terra
livido
cieco
rimani fedele
anche ora
al dolore dipinto sul tuo braccio
e posso vedere
cascate di sangue
il tuo amore
per la mia pelle
troppo sottile.
Mi rifrango
nella vastità dei tuoi spilli vuoti
tocco piano
la tua faccia inerme
con mani colpevoli
di troppe carezze
la gola brucia
tutto rallenta
fotogrammi graffiati-
ti stringo in un ultimo disperato tentativo
di passarti il mio calore
ti strappano
dal mio abbraccio feroce
non c’è più nulla
da proteggere
non posso neanche più chiederti
perché
hai ascoltato
il canto
di quella sirena.

*

Da cosa sono attratta
Cosa attraggo
L’inconscio comunica
Ed io davanti a lui
Analfabeta
E neanche tanto funzionale
Da cosa sono attratta
Cosa attraggo
Poli isterici ed equidistanti
Si rincorrono sulla sfera
Ed io entrante o uscente
Libera
E neanche così consapevole

*

Lasciatemi i laghi salati
Lasciatemi le nottate cadenti
Che voglio versare sugli anni rubati
L’amara acqua dei sentimenti.
Svolazzi neri nel cielo terso
Brandelli stracciati portati dal vento:
Frammenti di quel che ho perso,
Frammenti di cui non mi pento.
Fra intrecci argentati
E sogni malati
Il caramello cola
Ad ogni parola
Da quando ci siam lasciati
Non son più sola.

*

Per non badare allo sporco nelle mie viscere
mi rifugio nei supermercati
Per non badare alla lacerazione dei miei tessuti
mi circondo di stoffe pregiate
che non posso permettermi
di stare male.

L’amara sorte
all’amore sostituisce la morte-
sento il suo fiato sulle mie spalle
Quando è già troppo tardi per tornare a valle.

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