I
La purezza dell’evento iniziale:
è la più grande chiarezza della mia nudità
sulla più grande oscurità della tua,
incomprensibile unità,
contrasto estremo:
la capovolta natura angelica del pipistrello
e la presenza di Dio che si nasconde.
*
L’evento è l’unione – nel Cristo –
del cielo sette volte azzurro e sette volte rosso,
l’appello del desiderio sulla tua bocca,
prima del bacio.
II
Ci siamo interrotti sotto schegge inarcate
che indicavano i rami rotti.
L’immobilità in cui giaccio ha l’imperativo di una pietra;
come restare vicina a una nuvola?
Mi spio con occhi annebbiati mentre il vento cancella
lo spazio chiuso della tua schiena.
La genesi della paura è l’accensione tragica della notte
nell’abisso che si spalanca.
Amanti, siete caduti
nel buio che non cesella
rugiada alcuna del mattino.
Il contravveleno, la traccia del continuo.
III
La non vocazione
del tuo lago intorno a me
è la caduta nella grande attesa.
La palude che si mangia l’origine:
lo sguardo che ci vide
quando nessuno ci vedeva:
il chiaro gorgoglio d’acqua del nascosto.
Io ti aspettavo
e tu mi aspettavi
le nude ore aspettavano
il tempo a cui eravamo destinati ad aspettarci.
E, nell’attesa, si preparava la venuta,
la visione di ciò che sempre viene:
lo scoccare, al tramonto,
in uno specchio del lago: il papavero rosso!
Ciò che è, è la presenza,
la mia vocazione
del lago intorno a te.
Ma io attendo e tu attendi,
noi attendiamo;
ciò che giunge è la visione:
sul lago, il papavero rosso dell’idea.
*
Grazie ad Alessia D’Errigo per la cura e la selezione