Site icon Inverso – Giornale di poesia

La lunga notte della poesia

Una veglia. Chiunque si occupi di poesia, in Italia, ha vissuto ieri la propria notte più lunga: Gabriele Galloni è morto. Qualcuno ha scritto che la poesia ha perso parte del proprio futuro. È vero, indubbiamente. È il tempo del dolore, questo – ma è anche il tempo di far circolare, nelle nostre voci, le parole di Gabriele.

Non vogliamo, con il nostro articolo, appropriarci di questo dolore. Siamo vicini, più che mai, alla famiglia e agli amici di Gabriele che in ogni momento potranno chiederci di cancellare o correggere le brevi note che abbiamo appuntato. Ne avevamo stima, tanto da affidargli la direzione del nostro progetto ma, soprattutto, gli volevamo un grande, ostinato bene.

Viva Galloni – ciao, Gabriele.

*

I ragazzi alla spiaggia di Focene
insieme incontro all’onda sonnolenta
che ritornando bagna loro il fianco
adolescente. È questa vita, lenta,

la sua illusione qui della durata
eterna. Quando ciò che resta è il bianco
della parete a fine di giornata.
Il mese placido, tempo che viene,

i ragazzi alla spiaggia di Focene.

*

I morti tentano di consolarci
ma il loro tentativo è incomprensibile.
Sono i lapsus, gli inciampi, l’indicibile
della conversazione. Sanno amarci


con una mano – e l’altra all’Invisibile.

*

Ho conosciuto un uomo che leggeva
la mano ai morti. Preferiva quelli
sotto i vent’anni. Tutte le domeniche
nell’obitorio prediceva loro

le coordinate per un’altra vita.

*

Scappi via e ridi; lasci che la schiuma
ti evapori nel tuffo – e piena l’onda
già ti fa ruzzolare sul fondale.

Questi anni nostri non avranno male;
saranno sempre gli anni del Miracolo
per ogni luce che mi indicherai

spegnersi a basso volo sopra i campi
di Torvaianica.

*

Campo

Un giorno la vedremo intera, questa
stagione. Basterà
un fuoco in spiaggia a memoria di festa
e il bagnasciuga a dire l’aldilà
delle conchiglie mai raccolte:

                   Controcampo

così tante – ricordi? –  Che per tutta
la notte ci hanno tormentato. In sogno
maree su maree di conchiglie.
Il letto ne fu invaso; le lenzuola
ci ferirono per tutto il tragitto fino alla spiaggia.

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