La scorsa settimana abbiamo saputo della morte di Gabriele. Per ricordarlo, abbiamo pubblicato alcune sue poesie e un breve saluto. Avevamo immaginato – o tentato di immaginare – cosa fare per tratteggiare la sua memoria e difenderla da chi, come in questi giorni, tenterà di screditarla.
Ci chiediamo, e speriamo non sia la nostra la sola voce ad alzarsi, cosa ne sia stato dei giornalisti che, nei giorni appena trascorsi, avevano innescato un circolo di pettegolezzi e dicerie su questa morte.
Ci chiediamo come mai alcuni giornali e alcune riviste che l’avevano sempre ignorato abbiano deciso, dal sei settembre, di pubblicarne i versi: Gabriele non li avrà certo rifiniti, in questi giorni.
In fondo, è stato un bene che se ne parlasse. Tutti dovremmo leggerlo; tutti dimenticare a memoria i suoi versi così da ricominciare, ogni volta da capo, a ripeterli.
Gabriele e io abbiamo fondato e diretto questa rivista per quasi due anni. Col lavoro, con l’impegno, abbiamo pubblicato, a oggi, più di 450 articoli – che non si parli più, mai più, almeno per noi, di sette o nicchie – e raggiunto, ogni settimana, migliaia di lettori in tutto il mondo.
I progetti ancora aperti erano tanti. La rivista dovrà continuare il proprio percorso e circondarsi, nei prossimi tempi, di chi con noi ha sempre collaborato e di chi voleva bene a Gabriele.
Mentre nei prossimi giorni riprenderemo con le pubblicazioni, ci piacerebbe che poeti, critici, giornalisti e amici ci inviassero ciò che, nel tempo, hanno scritto su Gabriele e la sua opera. Ci piacerebbe dare spazio a un archivio che ne porti – e diffonda – il nome.
Mattia Tarantino
per Inverso – Giornale di poesia