Le passanti
Non lontano da te implode
quel che muove
il fuoco dei girasoli nella notte
Mentre le passanti benedicono inquiete
le foglie verdi
Con capelli alati nel vento di autunno
e indossano vestiti che sventolano uno strano non so che
Ondeggiano di respiro l’aria
Sulle loro scie luccica una libertà morente
fra fiori di zucche d’oro e aria di vaniglia
È un amore che ha il sapore strano della mela acerba
e di una perdita di sensi
Ai margini della strada una colomba impenitente becca il pane
Non teme la morte,
non pavoneggia le bianche piume
I suoi occhi sono stanza nell’universo
fra interstizi di spazi
fra note che toccano impenitenti la terra riarsa
mentre l’immobile quiete muove
una strana aria d’amore
*
Gli angeli mi tenevano le ali
Gli angeli mi tenevano le ali
che tu mi tagliavi
ogni volta rinascevano
erano splendidi asfodeli
Quando dalla bocca
il cielo nella notte si perdeva
il sogno s’infilava insicuro
ancora sul lago incantato
Innocente era il violino
che mi teneva
fra le dita del vento
Fra prati di primavere lontane
L’invisibile scrivania
mi portava alla sorgente
e nel suo inviolato
colore legavo la penna
al fiume del cielo
*
Sulla via di Morador
Intrapresi la via del giardino immateriale
perché il vento scolpiva a metà il volto
della divina primavera
cercavo di pennellare
di vita purpurea
le inarrivabili gemme
ma mai andavano fino al cuore del mondo
Ma illuminate d’istante
le vidi andare sulle vie di Morador
dove il violino suonava
l’incanto che a me si svelava
mentre il cielo cadeva in pezzi d’azzurro
Le mani libere dal verme insanguinato
Nutrivano il corpo
di germogli
Non contenevano la gioia ma sulla trama
della luce
appariva il rosso
diaspro del fiore
che mai così intenso
fino ad allora
era stato
Conosco la poetica e la Poesia di Filomena Ciavarella. Originalissima nei contenuti e dalla forma smagliante. Le sue poesie sono spesso soffuse da un velo struggente di malinconia che le rendono ancora più avvincenti e interessanti.