a cura di Lorenzo Pataro
da Culo di tua mamma (Samuele, collana Gialla Oro, 2022)
HORSE FLY
Il ragazzo coi brufoli e il berretto alla rovescio
mi è venuto vicino all’ippodromo
e “Chi ti piace?”, mi ha chiesto.
io gli ho risposto: “non sai che appena
lo nomini, un cavallo non conta più nulla?”
Lui ha fatto come se
non mi avesse sentito: “Chi ti piace
nell’accoppiata in ordine?”
“non scommetto sulle accoppiate in ordine”,
gli ho detto. “Perché?”, ha insistito.
“Perché prelevano il 20% del montepremi”,
gli ho risposto. Lui di nuovo ha fatto
finta di niente. Allora,
tentando di togliermelo
una volta per tutte di torno, ho aggiunto:
“io non scommetto
su doppi, multipli, quinté
e quartè.” tutto inutile. E alla fine:
“Chi ti piace in questa corsa?”
“Culo di tua Mamma”, l’ho informato
ma non appena si è messo
a cercarlo sul programma
me ne sono andato.
[da Charles Bukowski]
NOI, SALAMANDRE E GIRINI
Ogni fine torna sempre al principio
ed è certo che verremo liquefatti
in particole vaganti trasformati
per gl’infiniti mari
è così che infatti
il riscaldamento globale
scioglierà ghiacciai e iceberg
nel giro forse
di un centinaio d’anni
cominciando da oggi
a trasformarci in ostaggi
del suo lavoro costante e tenace,
anzi implacabile ad agire sui dettagli,
gli aneddoti, i tornanti finali
delle nostre vite un tempo inclinate
verso una morte naturale
Riscaldamento che vuole obbligarci
a pagare in moneta sonante
gli eccessi di comfort
e di colonialismi vari
già chiusi qui
nel buio di segrete soffocanti
per finire bolliti
Noi, salamandre e girini
vagabondi smarriti
VOLI
Calabrone o ape
io resto immobile
come se ad assediarmi fosse oggi
un mostro mitologico
e non questo minuscolo aviatore autoctono
stamattina appena fuori
dal gabbiotto della doccia
avvolto da una toppa
acida di sole
dopo la pioggia torrenziale di stanotte
e le finestre feritoie dove
i gerani del terrazzo
esplosi in mille petali
sfarfalleggiano senza direzione
naufraghi anche loro arresi
al verde amazzonico di fronte
oltre la riva che i nostri antenati
non passavano
servi della gleba condannati al bacio
sulla spalla
e narratori di respiro corto
alla fine della storia e della sedia
davanti a un fuoco terribile d’inedia
e mare fermo