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Spostamenti #24 | Maddalena Lotter

a cura di Giovanna Frene
introduzione di Laura Pugno
da Atlante di chi non parla (Aragno, 2022)
fotografia di Daniele Ferroni


SPOSTAMENTI
Rubrica di poesie, parole sulle poesie e parole sulle parole


Nucleo radiante che consiste qui nell’ossessione di dare voce «a chi non ha avuto voce sulle scelte che hanno condotto il nostro pianeta a diventare quello che è» e a chi se anche l’ha avuta non l’ha più: nostri morti, umani e animali, ma anche i grandi mammiferi e cetacei estinti, che con la loro fine hanno fatto spazio ad altro – a noi – migrando in un non-essere di eco e tracce.


L’autrice si domanda
se sarà possibile parlare
della morte
senza parlare di dolore.

Senza lutto, come esplorarla
in amicizia ed esattezza,
da veri scienziati
o forse uomini di fede

la morte
che ci riguarda da subito, da prima
che qualcuno ci lasci,
che una cellula
impazzita ci finisca.

Livor

L’io è uscito
forse dal canale orale e la figura pare
ora tanto leggera, di carta.
Eppure non manca niente al corpo
è tutto ancora dentro,
uguale a prima, sì, ma spento.
Quello che manca è il movimento: ἄνεμος
viene tutto dal greco, è un vento.

da Quaderni dei musei

VI

Nella notte, in albergo,
vengono a visitarmi in sogno
tutte le ampolle del museo.

In ognuna, debitamente conservato
in un liquore rossiccio, c’è il cervello di qualcuno
o una mandibola o l’intestino tortuoso.

Vogliono parlare con me,
di com’era allora, e prima ancora
nell’alba azzurra del Paleocene.

da Parlano gli animali grandi, estinti

Scendo a certe profondità del mondo
dove le alghe avvolgono, le pietre diffondono
suoni sottili.
Cosa sanno e quale lingua parlano
mi chiedo quei fischi tra le caverne.

Con riguardo non muovo che la coda,
sono il loro immobile ospite e amico;
se resto per molto, mi fanno vedere i riflessi
schiudendo le perle e più in fondo
come una leggenda avvisto l’arpa del tempo.

da dichiarazioni spontanee

I

prendo coscienza troppo presto
ancora imbrigliato nelle pareti molli.
sento di conoscere lo sbadiglio
e sbadigliando ho rotto tutto

ora
c’è un prima e c’è un dopo

si sono aperte le galassie
diluite in costellazioni
atmosfere
d’albe viola, rocce e gas

mi trovo in una solitudine immensa


SPOSTAMENTI
Rubrica di poesie, parole sulle poesie e parole sulle parole


Questa rubrica di poesie, Spostamenti, nasce dalla necessità prima di tutto di dare voce al testo poetico mediante un commento, inteso questo come pratica di lettura e rilettura lenta, necessarie per cogliere quei meccanismi del testo che spesso la lettura veloce che il web suggerisce occulta. Per certi versi, la pratica del commento tanto somiglia a quella che, nell’ornatus, è la caratteristica dei tropi: si tratta di compiere uno spostamento, una sostituzione, un cambiamento di direzione che investe un elemento originario, e che nel nuovo elemento che sorge altrove rivive in una veste traslata. La pratica del commento, infine, richiede un servizio umile e gratuito al testo poetico.

La rubrica avrà inoltre uno spazio dedicato alle “parole sulle poesie”, ossia alla recensione e/o segnalazione di libri di poesia, ma anche a testi che verranno ritenuti utili per quel che concerne la dimensione del fare poetico. In quanto a ciò che viene designato con “parole sulle parole”, si intende dare spazio all’ambito saggistico, ma anche a interventi di poetica e a interviste, con apertura a tutti coloro che desiderino dare il loro contributo.

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