Site icon Inverso – Giornale di poesia

Fine Pasto | Gennaio ’23

cura e introduzione di Michele Piramide e Stefano Tarquini
da Read(y) in onda per Radio Kaos Italy


Romeo e Giulietta
da Rime rubate (Ensemble, 2022)

Fragili.
Ci urtiamo con forza,
restiamo freddi.
Vuoti.
Quanto costa
farsi amare?
Aveva un buon sapore
il tuo bacio.
L’ho dimenticato

Il peso dell’acqua
da I Giorni Furiosi (Transeuropa, 2021)

Porterò con me il peso dell’acqua che divide il cielo,
il morso del tuono che incide la carne,
lo spazio indiscreto/ tic tac delle lancette.
È il tempo che scorre inesorabile,
cancella il ricordo di una non nascita.


La scrittura letteraria è la manifestazione del tempo, che l’autore in chiave consapevole o meno imprigiona tra le bianche pagine; un verso inciso nel divenire che muta come un fiume in piena che ha memoria dei propri argini ma la contingenza spinge a cercare nuove direzioni. Stiamo sperimentando e scoprendo i rinnovati corsi che la poesia ha deciso di percorrere nel moderno. Ecco dunque i riscontri di gennaio.



Matteo Rusconi, poeta operaio come egli stesso ama definirsi. Rusconi arriva dritto al punto, senza panegirici, punge come una lama ben affilata dal tempo. Il suo verso potrebbe lasciarci inermi ed esangui, ma egli sceglie arbitrariamente di ferirci, anche solo in superficie, per porci dinanzi al dolore salvifico che spesso ignoriamo

#4

Urlano anche le nuove coordinate per arrivare al punto di riferimento la strada per gli amici
è buona
è un modo per cambiare essere in grado di offrire a tutti gli occhi d’oro
che ho dentro la scatola chiamata anche outfit.

Antonella Giannaccaro, divulgatrice culturale, poeta e drammaturga.
La Giannaccaro ci regala con parole dicotomiche, docili come la sua presenza ma spietate come le contingenze che ne invocano la stesura. Ci parla di Pasolini, come forse lo avrebbe fatto lui, incide nelle nostre iridi immagini cruente di sogni materiali e tangibili.

Vaticano

Ma come si fa a non innamorarsi
Cadere in amore, in ginocchio,
di questa città santa e separata
La cupola, la navata
E l’emiciclo a chiuderci, in abbraccio
E quello della croce, quell’uomo lì,
che tanto di divino ci appartiene
che pure ha sangue a scorrer nelle vene
ma in veste antica, più non ci somiglia.
Somiglia solo all’altro
Allo scarnificato, il disossato
Al disperato martire
Che vien dall’ignoranza
Proprio nel senso che noi ignoriamo
La mano tesa, la fronte accesa
Dal rosso di vergogna.
L’umana gogna a cui sottoponiamo
Quel poco di dolore
Che trova in noi rifiuto,
aiuto, dice Cristo,
eppure mi adorate,
pregate chi una grazia,
chi l’estate
ma condannate a inverno senza scampo
quei poveretti altri
dei quali niun inciampo
vi accende il cuore,
né tempo di futuro
lasciandoli accasciati
al vaticano muro.

https://m.mixcloud.com/RadioKaosItaly/ready-mercoled%C3%AC-25-gennaio-2023/

Marco Giuli, un gentleman della parola, poeta dialettale e raffinato scrittore.
Un sapiente linguista che ama cangiare veste e forma a seconda del messaggio che preferisce veicolare.
Decide di poetare in vernacolo e la lingua dona un ritmo nuovo al verso sé pur con suoni del passato.

La mattina presto

La mattina presto la città è silenziosa
la illumina un timido sole insonnolito
il cielo color panna come il velo di una sposa
che va verso l’altare senza avere mai dormito.
Il cinguettio degli usignoli va e viene tra le fronde
mentre in lontananza un cane abbaia al nuovo giorno
il furgoncino dei giornali che rallenta qui difronte
il profumo romantico dei cornetti dentro ar forno.
Le ombre sono strane e modellano le forme
nascondono segreti che di giorno non esistono
un gatto su un balcone che tranquillo se la dorme
mentre lentamente i pensieri più brutti svaniscono.
Ma la mattina presto è un dono non per tutti
tra chi legge e chi corre su di un prato
a chi continua a sognare ad occhi aperti
ricordandosi di quanto fosse stato amato.

https://m.mixcloud.com/RadioKaosItaly/ready-mercoled%C3%AC-11-gennaio-2023/

Menzione speciale.
Eleonora Villa, vincitrice del premio “Zeno” sezione poesia.

Agosto

Sei misericordia che a passi sordi cola
nel viale delle lavandaie, dei tavolini vuoti,
le insegne con la A rotta.
E sbiancheremo come elefanti ciechi
ci romperemo, noi, pelle di vitello.
Agosto è tirare una riga sopra,
il pappagallo che al lentisco cede la tua parola.
Per rompere una verità servono due voci,
in un bar chiuso per lavori in corso

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