a cura di Lorenzo Pataro
fotografia di Dino Ignani
Per Giampiero Neri (1927 – 2023)
da L’aspetto occidentale del vestito
La Pavonia maggiore o Saturnia la farfalla Atropo ed altre specie notturne sono un notevole esempio di mimetismo. Si adattano in parte all’ambiente per il colore più scuro e intenso grigio bruno sulle ali ma anche per i continui segni che vi ricorrono in forma di cerchi e nel modo uguali. All’origine di questi ornamenti si incontra una simmetria, uno schema fissato in anticipo muove insieme chi cerca e chi ha interesse a non farsi riconoscere, una corrispondenza alla fine.
Due tempi
da Liceo
La civetta è un uccello pericoloso di notte quando appare sul suo terreno come un attore sulla scena ha smesso la sua parte di zimbello. Con una strana voce fa udire il suo richiamo, vola nell’aria notturna. Allora tace chi si prendeva gioco, si nasconde dietro un riparo di foglie. Ma è breve il seguito degli atti, il teatro naturale si allontana. All’apparire del giorno la civetta ritorna al suo nido, al suo dimesso destino.
Tracce
da Altri viaggi
Presa fra i sassi dove si nasconde la lumaca fa udire un breve suono unico segno manifesto della sua muta esistenza. Del suo andare solitario si vede qualche volta una traccia, come una scia luccicante nell’erba.
22
da Armi e mestieri
Da un camminamento sotto la volta degli alberi si arrivava a un recinto. Si erano alzati due vitelli dal loro letto di paglia una strana luce passava tra le foglie.
da Il professor Fumagalli e altre figure
L’andatura del professor Fumagalli era piuttosto eccentrica, forse dovuta a un remoto incidente di gioco. Fumagalli era un uomo singolare. Le sue lezioni riservavano sempre qualche sorpresa, come le sue conversazioni, inclini al paradosso. Si era proposto come educatore di un gruppo di ragazzi, usciti malconci dalla guerra. Chi mancava di un piede, o un braccio, ma al falegname che gli aveva chiesto se dovesse fare dei banchi speciali, aveva detto: ‘No, faccia dei banchi normali, perché poi lei mi darà un mondo speciale?’ ‘Su questi bei fondamenti’ il professore Fumagalli aveva costruito la sua scuola e portato i suoi ragazzi fino all’Università. La sua di Università, era il Caffè di Inverigo, dove andava quasi tutti i giorni, di pomeriggio. Aveva sempre un certo numero di ascoltatori, interessati alle sue divagazioni, e qualcuno di loro gli aveva chiesto perché non si trasferiva a Inverigo, data la sua costante frequentazione. ‘E dopo’, aveva risposto, ‘dove vado?’ La sua grande delusione fu quandouno dei suoi ragazzi aveva regalato alla fidanzata un oggetto d’oro. Secondo il professore Fumagalli, l’oro non avrebbe dovuto valere più niente. Una idea non nuova, fra gli utopisti. A parte i suoi più fedeli ascoltatori, che lo tenevano in grande considerazione, era largamente conosciuto. Proprio un mio amico, parente alla lontana di Gadda, mi aveva detto di lui: ‘E’ un lazzarone’.”