a cura di Giovanna Frene
da Ghost Track (Zacinto, 2022)
SPOSTAMENTI
Rubrica di poesie, parole sulle poesie e parole sulle parole
n°51
da Timer (da attivare per lo svolgimento del test)
Quando arrivava la sera Adler diceva sempre me lo ricordo, Occhiblu, quando eri viva. Lo diceva in particolare nelle sere d’estate, forse perché l’afa lo annoiava e non c’è mai davvero qualcosa da dire. Me lo ricordo quando eri tutta occhi e bocca e vita. A volte aveva pensato è strano che una persona sola potesse desiderare tanta vita. La bellezza quando la scopri tardi è violenta e vuole tutto, vuole esistere nella carne, dominare nella carne, mangiare la carne. Una così breve giovinezza, è stato questo, sei sempre stata avida e violenta, sei sempre stata troppo grande per un’idea di innocenza. Adler preferiva pensare che qualcuno gliel’aveva fatta pagare, a lui e a Occhiblu, e che era giusto aver perso la bellezza quando la bellezza rischia di farti perdere te stesso. Adesso restava soltanto qualche sguardo insipido dall’ultimo ubriaco, le attenzioni di un passante strappate a forza, la traccia sbiadita degli umori sui pantaloni. A questo, diceva, ci siamo ridotti.
da Vite a lunga esposizione
è una giornata di sole insolita dato il periodo dell’anno qualcuno al piano di sopra sta urlando è possibile udire ai piani sottostanti una bestemmia sta restituendo a qualcuno un torto antichissimo una ragazza prenderà la linea rossa della metro direzione sesto primo maggio il corso sarà pieno di conversazioni e mosche un’altra ragazza acquisterà un profumo prima che le sia stato accreditato lo stipendio c’è il rischio che tutti i pos possano incepparsi c’è il rischio che un senzatetto all’angolo di via boscovich raccolga un importo non prevedibile che la fila alle casse si blocchi inspiegabilmente mentre la riproduzione, come tutti gli istinti animali, continuerà a esistere * prevedere un gran finale e neppure fossi esplosa a Volgograd venticinque morti almeno ci sono dei momenti nel corso dei protocolli in cui la memoria si stacca dalla via indicata dal controllo risponde a una serie di domande del controllo dicendo che la risposta sarebbe stata «irrilevante» la vita andrebbe vissuta così, senza cambiarne una lettera da questa altezza vede solo quello che manca come essere sfiorati, all’improvviso, dal sospetto che «il quadro completo» non esista affatto anche questa volta avrebbe selezionato i dettagli da inquadrare evitato accuratamente il proprio ingresso all’interno della cornice sostando oltre i margini del telo, in un altro fuori campo * quanto rumore, fuori non c’è nessuno la leva giusta per disinnescarmi vorrei cercarla adesso, lei sa dov’è? io ho undici buchi il buco giusto per disinnescarmi è quello che non vedi, lo nasconde sotto il mento si è rivoltato, adesso non si trova più non trova più le pupille, la peluria, la saliva non so cosa mi mancasse di quei tempi il prato artificiale, no, è la chiave che va tolta la ruota giusta per disinnescarmi adesso prendi le tue cose e vai via è meglio che tu lo faccia adesso vive in centro, colpita in centro, è andata al centro non so se voglio saperlo forse no noi abbiamo sprecato molte vite le vite giuste per disinnescarmi
da Alice scivola lungo il nastro
A. può ritenersi una donna fortunata. Si sente amata, stimata, ha un lavoro che la appassiona e un appartamento nuovo. Ha conosciuto nel corso dei suoi anni molte persone interessanti con le quali le piace parlare. Dopo una giornata faticosa in giro per la città A. resta mezz’ora a letto con gli occhi chiusi senza dormire, dopo prepara la cena. Dopo diversi giorni in casa, A. ha paura di aver dimenticato come ci si comporta fuori. «Come ci si comporta» è l’insieme di gesti, convenzioni, frasi da dire o da non dire, movimenti della muscolatura facciale, che A. preferisce allenare con una pratica costante, per essere sempre impeccabile in qualsiasi situazione. A. scrive una serie di copioni e ciascun copione corrisponde a uno scenario di azione. A. pensa alle automobili con il pilota automatico che per essere brevettate vengono messe alla prova all’interno di spazi di simulazione che vengono chiamati con nomi americani: Ted scenario, Beth scenario, Melania scenario, John scenario. A. non ha paura delle prove, è certa che tutto ritornerà come prima. A. è un’attrice bravissima.