a cura di Lorenzo Pataro
da Rarefazione (peQuod 2023, collana Portosepolto)
fotografia di Maki Galimberti
È linea di confine il larice
– il contorno cade, nell’estate
singolare, declina il suono
in rovescio di laghi.
Accade nel bosco la pazienza,
pietas nel pensare
cosa sono dunque gli uomini.
Ciò che deve accadere accade
Casa di ringhiera e cotto
dei primi novecento,
la corte accoglieva propositi di
nebbia. Tu, eri sommerso, io
potevo solo esserci.
Ai piedi del letto,
per sempre riverso il padre.
Schianto del corpo in prodigio di luce
con una fantasmatica parvenza di voce.
*
Gli anni addensati. Una porzione di sfera che pare scivolata via nel cosmo
antico. Non abito più qui, dove il ricordo sfugge ed era luce da un solo lato,
né bianco né oscuro: lontano.
*
Da una riva all’altra – è passato un anno. La stessa città, le sue periferie, la
gente che non conosciamo e ci passa accanto. Siamo i ricordi di un altro che
noi ricordiamo.
*
L’affondo del reale, il nostro freddo – la parola si fa marginale, sfioramento senza peso dei corpi. Resa del tronco spezzato nell’aria di gennaio – se solo riuscissimo a credere.