René Char | L’età squassante

a cura di Vittorio Sereni
da Ritorno Sopramonte e altre poesie (Mondadori, 2002)


I

Sono nato come la roccia, con le mie ferite. Senza guarire della mia gioventù superstiziosa, a corto di limpida fermezza, entrai nell’età squassante.

IV

Il creatore è pessimista, la creazione ambiziosa, dunque ottimista. La rotazione della creatura si adegua alle loro opposte prescrizioni.

XXVI

L’infinita bassezza dell’uomo sotto l’uomo, per fatalità e predisposizione, può dileguare ad opera di un cuore duraturo? Alcuni, indefinitamente, si gelano o devastano su questo cantiere ereditario.

XXXIV

«Mi rivolto, dunque mi diramo». Così dovrebbero parlare gli uomini al rogo che eleva la loro ribellione

XLIII

Incamminarsi a piedi e fino a sera calcarla con forza, perlustrarla, trattarla bene questa via, che malgrado le sue locande malevole ci rivela le festuche dei voti esauditi e la terra incrociata dagli uccelli.

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