traduzioni di Luigi Reitani
da Invocazione all’Orsa Maggiore (SE, 2002)
Invocazione all’Orsa Maggiore
Scendi, Orsa Maggiore, notte arruffata,
fiera dal manto di nubi, dagli antichi occhi,
stelle occhi,
nella macchia affondano, scintillanti,
le tue zampe con gli artigli,
stelle artigli,
vigili noi pascoliamo gli armenti,
pur da te ammaliati, e diffidiamo
dei tuoi fianchi sfiniti, degli aguzzi
denti dischiusi,
vecchia orsa.
Un cono di pigna: il vostro mondo.
Voi: le sue squame.
Dagli abeti dell’inizio
agli abeti della fine
la rivolto, la sbalzo,
l’annuso, ne saggio il sapore
e l’abbranco.
Temete e non temete!
Gettate l’obolo nella borsa,
all’uomo cieco una buona parola,
perché tenga l’orsa al guinzaglio.
E condite gli agnelli di spezie.
Potrebbe quest’orsa
liberarsi, non più minacciando,
incalzando ogni pigna, dagli abeti
caduta, maestosi abeti alati,
precipitati dal paradiso.
Il gioco è finito
Mio caro fratello, quando costruiremo una zattera
per scendere lungo il cielo?
Mio caro fratello, presto sarà il carico immenso
e noi affonderemo.
Mio caro fratello, tracciamo sul foglio
molti paesi e binari.
Sta attento a linee nere,
lì salti in aria con le mine.
Mio caro fratello, voglio gridare
legata stretta al palo.
Ma già cavalchi dalla valle dei morti
e insieme fuggiamo.
Svegli nel campo di zingari e svegli in tenda nel deserto,
scorre sabbia dai nostri capelli,
la tua, la mia età e l’età della terra
non si misura con gli anni.
Non lasciarti ingannare dall’astuzia dei corvi,
da una zampa vischiosa di ragno, dalla penna nel rovo,
nel paese di cuccagna non mangiare e non bere,
schiuma apparenza da padelle e bicchieri.
Solo chi al ponte d’oro, per la fata rubino
la parola sa ancora, ha vinto.
Devo dirti che con l’ultima neve
si è sciolta nel giardino.
Hanno piaghe i nostri piedi, per molte e molte pietre.
Uno è sano. Con lui salteremo,
finché il re dei fanciulli, con in bocca la chiave del regno,
non ci prenda con sé e noi canteremo:
È una bella stagione, quando il dattero è in fiore!
Chi cade ha le ali.
Un rosso ditale orla il sudario dei poveri,
e il tuo cuore cade sul mio sigillo.
Si va a dormire, caro, il gioco è finito.
In punta di piedi. Si gonfiano le camicie bianche,
Papà e mamma dicono che ci sono i fantasmi
quando scambiamo il respiro.
Ombre rose ombre
Sotto un cielo straniero
ombre rose
ombre
su una terra straniera
tra rose e ombre
in un’acqua straniera
la mia ombra