Parole Contro | Marija Dejanović

cura e traduzioni di Francesco Terracciano
traduzioni in lingua inglese di Vesna Marić
da Dobrota razdvaja dan i noćKindness Separates Day From Night (Sandorf, 2021)


Proponiamo ai lettori una scelta di poesie di Marija Dejanović, che sarà ospite, a maggio 2023, della rassegna Parole Contro, organizzata dalla nostra rivista insieme alla Fondazione Alfonso Gatto.


Passaporto

Per i primi due mesi
Non ho parlato
Quando finalmente ho parlato, non riuscivo a fermarmi.

Ho scoperto la differenza tra una spugna e una lampadina
Imparato le parole della nonna, e ne ho create di mie.

Potevo parlare di tutto, tranne di me stessa.

Le cose sono rimaste così
Per I primi vent’anni.

*

Le mie prime parole furono wha-dee
Pronunciate davanti a uno stufato di fagioli
Cos’è questo?

Non c’era nessuno intorno quella mattina
Chi poteva rivedersi in quelle parole?
Chi poteva desiderare di mentire sulla mia prima parola, dicendo che era stata papà?

Le mie prime parole rallegrarono soprattutto me
Papà era triste perché le aveva perdute
Mamma era arrabbiata perché segnavano la sua assenza

Lui lavorava in un’altra città per farci avere cibo in tavola
Ecco perché non mangiava mai con noi
Ecco perché mangiavamo in silenzio
Ecco perché mangiava il nostro silenzio, quando tornava a casa.

Mamma che lo vede sulla porta e gli dice
Vorrei che tu non fossi tornato
Quello che voleva dire era
Vorrei che tu non fossi mai partito

Vorrei che nessuno dovesse mai partire
Perché tali partenze appartengono a chi
Non avrebbe mai voluto andar via

Sono le partenze di chi non ha un posto dove tornare.

*

Una scarsità di case, troppi appartamenti
I primi cinque anni a Bjelovar, Zagabria, e diverse volte a Sisak

Arrivammo a due passi dalla Germania, non ci fecero entrare
Nonostante mio nonno dicesse che aveva costruito lui quegli appartamenti

All’Università a Zagabria mi domandavano da dove venissi

Ero nella mia patria
Solo quando sono nata
E dopo, una volta cresciuta, sono stata sempre
La ragazza dall’accento strano

Tutto questo si risolse quando andai all’estero
Dove i nostri accenti avevano tutti lo stesso suono

Ora parto solo quando ne ho voglia
E resto per il tempo che mi sembra necessario

Se qualcuno vuole sapere la differenza
Tra partire e tornare:

Quella differenza è in me.

*

Lui beve una bibita greca, la stessa che beve il Croato
Solo grande il triplo
Noci miste accompagnano la bibita
Un segno di benvenuto

Il primo albero che ho visto qui era un arancio
Le città sono così piene di cemento che piantano questi soli profumati

Se guardi un po’più su vedi le piante che pendono dai balconi
I Greci hanno queste aiuole galleggianti e noi abbiamo giardini
Per questo scherzando ho detto che lui era un uccello
posato sul balcone che beccava le mandorle

Devo avere un giardino
Perché sto seduto qui e bevo succo di sambuco fatto in casa
Ho un lettino e mi abbronzo le gambe

Qui, abbronzati, lucertola, dice lui
E guarda il mare

*

Per la maggior parte della mia infanzia
ho giocato a pallone con i ragazzi dei vicini
proprio come gli altri giocatori
poi mi è cresciuto il seno

Non potevo più togliermi la T-Shirt
e versare acqua sul mio torso nudo
quando il sole cuoce le auto
sull’asfalto spaccato dei sobborghi

Il distretto della città così solitario
accettò perfino noi, anche se si reggeva a stento
ci offrì un lavoro, un posto dove vivere

Che cosa ho testimoniato in quell’infanzia?
Una lotta qui e là, una gatta che partoriva
sotto le stelle
una collina coperta di neve
tonnellate di fango sulla collina dopo la neve
e bucaneve che sbocciavano fuori da tutto questo.

*

Se avessi volute viaggiare da Sisak a Dubrovnik
Avrei avuto bisogno di un passaporto

Nei miei primi vent’anni
Ho visto Dubrovnik
Solo nella serie Game of Thrones

*

Dico, cos’è?
lui dice, tsipouro

I turisti pensano che beviamo ouzo
ma l’ouzo è solo la schifezza che bevono i turisti,

*

Non mi piacciono i turisti
Grandi centri commerciali di solito continuano la loro veglia
la comunità li segue e nasce uno stato di schiavitù

Lui dice che i turisti vengono alla spiaggia davanti casa mia
e io non posso andare fuori con il mio kayak
che la spiaggia è per lui quello che era per me il pezzetto
di strada dove giocavo a pallone
e che i turisti sono come macchine che ci passano sopra

passano in grandi folle

ci ricordano che uno spazio non appartiene a noi
anche se si trova dove passiamo
la maggior parte della nostra vita

ci insegnano che appartenere e possedere
non sono la precisa, identica cosa-

*

I grandi uomini della storia
e le poche donne che sono ricordate nei libri
sono turisti con gli infradito nel Parco Velebit del mondo

Hanno scritto o di amici o di morti
Ecco perché hanno abbellito tutte le verità
Facendole assomigliare piuttosto a bugie

Hanno raccontato le cose che potevano essere ripetute
In un giardino o su un balcone
Fotografate e infilate in una tasca

Messe insieme

*

Nella mia giovinezza ho offerto
una versione peggiore di come eravamo
io e il mondo -ma non di coloro che amavo

Ho lasciato che riposassero in silenzio

Perché il silenzio era la cosa migliore
che potessi dare

oggi provo a dirlo
esattamente come credo che sia

-ricorda chi sei mentre c’è ancora qualcosa da ricordare
-un giardino è più grande di un paese

Ma ancora prendo i diavoli per le corna

-una sera che morde la faccia
-un lettino con una macchia indelebile

Ci sono giorni in cui combatterei con me stesso
Ho gettato un’ascia contro la luna perché brillava
Ho inseguito un treno con un coltello perché era in ritardo

-I difetti delle persone sono più pericolosi
quando li scambiamo per virtù-

non colpisco i deboli, anche se i deboli colpiscono per primi
Mentre cammino per la strada
faccio attenzione a ricordare
tutte le cose irrilevanti.


Marija Dejanović è una poetessa e critica letteraria croata, nata in Bosnia ed Erzegovina, attualmente residente in Grecia. È autrice di tre raccolte di poesie. Ha ricevuto numerosi premi nazionali e internazionali di poesia, tra cui il Goran Award, il Kvirin Award, il Zdravko Pucak Award, il Milo Bošković Award, il DiBiase Poetry Contest Award, il Castello di Duino Award, nonché il Marin Držić Award (2020) dal Ministero croato della Cultura per la sua sceneggiatura teatrale. Le sue poesie sono state tradotte in circa 20 lingue del mondo e il suo ultimo libro sarà pubblicato in Serbia, Macedonia del Nord, Grecia (2022) e Stati Uniti (2023). Ha partecipato a numerosi festival internazionali di poesia. È membro della Società croata degli scrittori, del Centro croato PEN e della piattaforma internazionale di poeti e festival Versopolis. È una delle redattrici delle riviste Tema e Libartes. È assistente alla regia del Thessalian Poetry Festival.

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