Fine pasto | Dicembre ’22

cura e introduzione di Michele Piramide e Stefano Tarquini


Michele Piramide
Paride e Elena

Ho ritrovato i tuoi ricordi,
li ho messi al riparo.
Abbiamo fame di tempo
tra carezze rugiada.
Hai tra le dita di luna
il mio volto nebbia.
Siamo fermi,
siamo notte livida.
Sei fioca luce
su me tetro cammino.

Stefano Tarquini
Tuoni


A lasciarmi divorare nel pianeta varicoso, con la bocca aperta per far entrare formiche bianche ed oceani a mappare vene, arterie ed evitare tuoni crogiolando, sotto un sé univoco, il suono inutile del tempo, a fiato incolto nella faggeta di prugnoli, sotto l’abbaglio infedele dei credenti, tra i solchi profondi di un terreno altro, abortito per rinascere morendo, fra i sentieri verdasciutti all’orizzonte camerlengo.


Ripartire sempre dal verso, manifestarci attraverso la forza delle nostre parole, perché è quello che siamo: due partigiani della Poesia. Con forza aggrapparci alle nostre poesie e nella libertà che solo l’arte può concedere lottare per riappropriarci degli spazi della cultura , troppo spesso dimenticati e sempre più sparuti. In questo articolo di fine anno, vogliamo allora ricordare chi in questo anno ha combattuto con noi.


David La Mantia, un veterano del Verso, un professore gentile della Cultura.
David è autore della rubrica “Pillole di David” in cui in pochi minuti condivide con noi e i nostri ascoltatori piccole, grandi lezioni di teoria poetica. Ma il suo è soprattuto un verso evoluto, una ricerca costante e certosina che lascia sul foglio un incertezza quasi iconoclasta, un eterno ritorno senza retorica e in bilico sul confine poetico.

E se almeno morire
non fosse spalancare
la bocca, ma un inizio
nuovo, un nuovo
uragano, trovare
nuovo posto alle cose,
ricontare i presenti
e chiamarli a gran voce,
uno ad uno, come fossero
uno solo, una sola
carezza, come se il destino
fosse fuoco e ardore
e le parole ci fossero
compagne, anche nel nostro letto.


Barbara Giuliani poetessa rivoluzionaria, divulgatrice letteraria, artista.
La Giuliani non può che lasciarci interdetti, stravolti : il suo è un verso che insinua il dubbio, lo coltiva e lo sublima. Nella sua ultima silloge “Bianca” la parola prende la forma pungente di una rosa senza petali ma di sole spine, spine che ad ogni tocco sanno colpire e carpire l’essenza della sua poetica.

Il baccalà di madonna verona

la mia vista assolata
assolta
in questa piazza di collina marina,
stento a respirare, trattenere
la cartolina, i grilli muoiono
su arbusti incendiati, a tredici passi
da me, un uccelletto smagrito
tenta il volo guardando a nord.
la direzione presa, intra,
clave o bestia, ammalami
in questa giornata, torrido il buio
e vedremo insieme per la prima volta
come realizzare un triangolo isoscele e
non sapere cosa farne.
ci guardiamo la punta
dei piedi per non demolire
l’ombra dell’altro.
chiudi le orecchie, atterriamo
nel dirupo di carne domestica.
mondo cane
jacobina bienebol
tu non sai nemmeno chi sia
lascia condurti in questo vicolo desolato,
di umore, un punto geografico trasformato
in essere umano, il capovolgimento di un senso
frullando ingredienti a caso.
vorrei sole cuore amore,
baccalà, in fondo
mi manca il baccalà, non
vorrei altro che baccalà,
baccalà
baccalà
baccalà
baccalà
baccalà
pagine intere di baccalà,
stramilioni di quintali di baccalà.
nel nostro frigo ci sono ventotto scatole di sale marino grosso.
non nevicherà sotto il balcone, non andremo a verona, non avremo un pezzo da cinque euro nel portafoglio, e spezzeremo una caramella in due. dimenticheremo il baccalà, così come abbiamo perdonato il ferro da stiro acceso per tre giorni. madonna quanto mi manchi.


Quincy Baltimore, un poeta visionario e scrittore poliedrico.

Scrivere perché la scrittura è vita, scrivere perché ogni parola battuta ha un ombra di noi e del nostro tempo; questo emerge preponderante nella poetica ancora in evoluzione del giovane poeta romano, che esplora ardito nel conosciuto tendendo all’ignoto con sagace ironia.

Ugolini ha perso

Ugolini giace
pozzo di sorrisi solo suoi

Sui treni nani dietro tendine
giocano a carte
di te

Silenzia assoli i gorgoglii di un collo
morti

Corteo per Ugolini

È morto per soffio di nano
lo Stivale che si buca di lui
Ugolini uomo buono non
nano
i nani lo hanno smesso

La tomba di Ugolini è bianca
ma se nani si fa gialla
giallo fegato nanico
ci hanno fatto la piscia quelli
i nanetti da cimitero


Giovani scrittori e scrittrici dei nostri Poetry Lab.
Un coecervo di sensazioni limpide ed opache al tempo stesso emerge dai nostri confronti con i più giovani, con cui abbiamo scritto in questi mesi, quello che abbiamo appreso è di certo superiore a cio che abbiamo insegnato. Vogliamo allora in questo resoconto omaggiare i nostri piccoli amici poeti e il loro verso per molti punti Assoluto.

Apache

Casa telecamera Apache,
Perder pensieri pioggia
treni poesia scintilla
tempo d’amor motore.
Gabbia di treccia in catena
maschera, siepi e spine :
labirinto di nomi attraverso
da dove riesco ad uscire.

13 anni

Margherite reali a distanza
Bianche su tavoli immagina
Porte socchiuse a colori
Anni che corrono oltre.

Barriere portali cavalli
Passi di ferro a campana
In crani vuoti e castigo
Frattura frammenti sottana.

Allena il tuo cuore Modugno
Accenna un accordo Gaetano
Esplode l’inverno Fabrizio.

Anticonformismo giornaliero

Sveglia! Che il sole dubita
Mangiami natura, donna delle nuvole
Fermati pioggia!
Riposa su in prato nero.

Iperinventami occhio di lavagna
S’inalbera l’attività del sarcasmo
Cespuglio felino imbrunisci.

Non svegliarmi! Vedo tutto bianco
Ormai non c’è più arte…

Il mio gioco di scarpe rotte è piume rosse è una danza,
Uno scorcio di foglie s’adagia.

Rispondi