Per Charles Simic

traduzioni di Giovanni Ibello


Per Charles Simic (1938 – 2023)


C’è una gallina cieca
che becca un grano d’oro
un ruscello così freddo
che ha il terrore di scrosciare

Un evaso che dice casa
a un albero stecchito.
E proprio lì se ne sta appollaiato
il corvo prediletto della morte

in una selva di sussurri
dove una formica solitaria
ha appena sollevato sulla schiena
una pagliuzza di cenere.

There is a blind hen
Pecking at a grain of gold
A stream so cold
It’s afraid to flow


An escaped convict talking of home
To a withered tree
And death’s favorite crow
Sitting in it


In a forest of whispers
Where a lone ant
Just raised on his back
A charred straw.

*

Specchio pesante, trasportato
dall’altra parte della strada,
a te mi inchino
e a tutto ciò che in te s’elegge
solo per un istante
e mai più come prima:

questa strada col suo cielo rosa,
i casamenti grigi messi in fila,
un cane solitario,
i ragazzini sui pattini a rotelle,
una donna che compra i fiori,
uno che sembra perduto.

A te, specchio incorniciato d’oro
e trasportato dall’altra parte della strada
da qualcuno che nemmeno vedo
e al quale, inoltre, io mi inchino.

Heavy mirror carried
Across the street,
I bow to you
And to everything that appears in you,
Momentarily
And never again the same way:

This street with its pink sky,
Row of gray tenements,
A lone dog,
Children on rollerskates,
Woman buying flowers,
Someone looking lost.

In you, mirror framed in gold
And carried across the street
By someone I can’t even see,
To whom, too, I bow.

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