Fine Pasto | Maggio ’23

cura e introduzione di Michele Piramide e Stefano Tarquini
da Read(y) in onda per Radio Kaos Italy


Argini

Cose come cicalii, affondo di Tevere divino sei loro se fai
tre passi Falcao, rincorri fantasmi e riprova.
Ritrova, sul tavolo verde una scusa e l’aurora
O Roma ti perdono sei Roma dei gabbiani, 83 sorrisi porta a porta.
E nascondi avamposti e nascondi di nuovo vittorie
in silenzio, e brucia tra le dita la caccia un coltello.
Un involucro Pasolini dicesti, solo pensieri di Eros dicesti 
Rossi fanno di lama ai ventri di lupa, hai ancora sete Marcello? 
E Riflessi a San Callisto a ponte Sisto sei loro se fai sei loro.
Ti scongiuro essere 
Sto, e te.

Argini è il nostro atto d’amore per la poesia e per Roma, tra le flessioni dei versi sentiamo la nevralgica malinconia del Tevere, vi portiamo con noi e approdiamo insieme sulle rive del nostro primo Festival.

Argini by Read(y), festival di poesia, letteratura e musica. Vi aspettiamo dal 16 Giugno al 28 Luglio, tutti i venerdì dalle 18.30 per toccare insieme l’evoluzione del linguaggio poetico che così ci sta a cuore e che è il fulcro del nostro editoriale poetico. Non indugiamo oltre, ecco la nostra selezione di Maggio.


Enrico La Pera, è un regista, produttore e sceneggiatore con doppia cittadinanza italiana e statunitense. La musica del suo verso ha un eco teatrale, la ricerca permea chiaramente la messa in scena del suono. Immagini incastonate nel palco che ricava sul foglio incandescente sul quale incide, non senza che la penna tremi, sensazioni ed emozioni rompendo la quarta parete e avvolgendoci con le sue parole.

Solo un suono

Cosa s’imprime
più su
del taglio madido di un collo incravattato
cosa s’imprime
centrato il fulcro di questo vorticare
                                                               dissennato
cosa s’imprime
filtrato si deforma
inutile frattaglia
il raggio che mi penetra si smaglia
e non chiarisce
sfoca
fra questi resti
in giochi funambolici
attivo la memoria per schermare la pigrizia
e suscitare nomi
il nome quindi afferro solo il nome
lucidità fingendo nell’insofferenza
e a tale diffusione così informe
un suono chiedo solo un suono chiedo
per imprimere
e per giustificare.

Silvia Gelosi, nata nel 1977 a Recanati, poetessa sensibile, colta e raffinata. La raffinatezza del verso è senza ombra di dubbio il manifesto della natura poetica della scrittrice, le sue sono raffinate carezze, un donare che è l’incarnato del suo stesso atto di scrittura. Il tempo resta immobile, etereo e infrangibile nella sua poesia che ci accoglie senza chiederci nulla in cambio.

Come lo corri il tempo tu
mentre maggio mi tiene scuro il rosso?
Solo verde estate senza fiori
i papaveri scomparsi tra le fila
l’acqua scura del giorno che mi piove

Erika Di Felice, giovane ed energica poetessa, i suoi versi sono per lo più inediti. Se dopo aver letto i suoi versi chiudiamo gli occhi e li visualizziamo, sentiamo distintamente il ritmo ancestrale delle tribù native che pervade il nostro animo come le sue parole. Il ritmo dionisiaco ed apollineo sono in perfetta armonia ed evocano al nostro sentire suoni antichi in parole e segni moderni.

Natale 84

Camminiamo noi due
vicini alla fine per dire
è come l’acqua
ha crepe e spalle dove scorre
qualcosa che ci spoglia e conosce
molto più degli occhi che
ci hanno appena.
Poi ti appoggi a dirmi del tempo
come aspettare, la neve sul colle-
due stivali possono essere un uomo
 o un demonio, ma tu ora
voltati e non temere
ti tengo io fin quando reggi.

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