a cura di Giovanna Frene
da Sonetti americani per il mio assassino del passato e del futuro, traduzione e prefazione di Mario Capello (TLON, 2022)
fotografia di Kathy Ryan
SPOSTAMENTI #82
Rubrica di poesie, parole sulle poesie e parole sulle parole
“(…) Sono poesie politiche, quelle di Sonetti americani per il mio assassino del passato e del futuro. Ma non perché Hayes voglia fare politica o, peggio, fare il politico. È palese che non ama la retorica. Sono politiche perché il soggetto a cui danno voce è intriso di politica. Ne è attraversato e condizionato. Perché ci sono persone che non hanno il lusso di potersela lasciare alle spalle, la politica, perché la politica incide sulle loro vite, sui loro corpi. Quelli che infestano queste poesie sono i fantasmi dei morti ammazzati, del passato, sono gli spettri degli assassini, di una Storia inquieta, di Emmett Till, di George Floyd. Ma ci sono anche ladri, madri e amanti. (…) Hayes ha scritto questi sonetti americani perché non riesce a capire: suo padre, il suo assassino, sé stesso, l’America. Ma ci prova, oh, se ci prova. Ci prova come se da questo tentativo dipendesse la sua vita (e forse è così, e lo è per tutti). Si interroga, scava, pone domande (è piena di domande, questa raccolta). A cui non dà risposte. Ci sono dentro – puoi sentirci dentro – Kendrick Lamar e James Baldwin, Derek Walcott e Gill Scott-Heron. Ho scritto che ci sono domande. Ma ci sono anche tante invettive. Che poi è la forma espressiva del giusto a cui è stato fatto un torto. Non della vittima (non mi sembra assuma mai questa postura, Hayes), del giusto, è diverso. (…)”
(dalla Prefazione di Mario Capello)
*
Il nostro sermone di oggi concerne la dialettica
Benedizioni nella trasgressione & trascendenza.
Ci troviamo al piano di mezzo lì dove l’oscurità
Che seppelliamo è uguale alla luminosità che attendiamo.
Ritti nella valle & diretti in ginocchio
Verso la montagna. Una fune tira un corpo verso il basso
E nella terra, un altro tira verso l’alto & verso le stelle.
Essere divisi è essere moltiplicati. Riflettiamo
Su com’è che tu & io siamo ancora
Vivi. Il Mississippi & tutti i mari legati al cielo dalla pioggia
La radice e l’estensione di tutti gli alberi. Quando la ferita
È profonda, la guarigione è eroica. La sofferenza e
L’ascesa richiedono lo stesso sforzo. Il nostro sermone
Di oggi mette la bellezza del peccato a confronto con la purezza dello sporco.
*
America, volevi solo un cambiamento, tutto qui, un ritorno
Al tipo di soggezione che si prova dopo aver guardato un regno
D’oro. Un leader il cui metallico narcisismo non è che un riflesso
Del tuo. Condividi una fantasia con Trinidad
James, che diceva «oro tutto nella mia catena, oro tutto nel mio anello,
Oro tutto nel mio orologio» & se sai di cosa sto parlando
Il tuo oro è giallo di Lemonade di Gucci
Mane: «Mangimi gialli, culoni gialli, ossa gialle,
Agnelli Gialli, pulotti gialli, orologio giallo». Come nessun’altra
Cultura prima, ci relazioniamo come i discendenti
Degli stupratori si relazionano ai discendenti degli stupratori.
Che la vostra irrequietezza possa infine giungere alla quiete, elettori
Di Mida. Vi auguro l’opposto di ciò che Neruda diceva
Dei limoni. Possa tutto l’oro che toccate bruciare, marcire & arrugginire.
*
Certe volte il padre arriva quasi a vedere guardando
Il proprio figlio, quanto sarebbe stato bello se metà
Del suo volto fosse composto della donna che amava.
Nel volto del figlio, un’apertura simile a una ferita
Prima che cicatrizzi, arriva quasi a vedere chi era lui stesso
Molto prima che il suo nome andasse perduto, la via
Verso il proprio futuro sulla Terra molto prima che arrivasse.
Essere morto & vivo allo stesso tempo.
Un figlio trova bello il padre perché
Il figlio arriva quasi a vedere come potrebbe
Diventare superbo come un cicatrice su una ferita.
E perché il figlio può vedere chi era
Molto prima di aver avuto un nome, la traccia del
Suo futuro sulla Terra molto prima del proprio arrivo.
*
Questa parola può fare la differenza fra sapere
E pensare. È il nome con cui la gente di colore chiama
Se stessa nei weekend & il nome con cui la gente
Colorita chiama i propri nemici e amici. Era un tempo
La parola per l’assenza di eredità. Prima ancora
Era la parola per la consistenza della iuta. Quando Lincoln
Assisté a un’asta di schiavi da ragazzo, fu
La prima parola che gli si affacciò alla mente. Prima che evocasse
Un certo tipo di sconcertanti cure materne, evocava l’afro
di Giobbe ingrigito dalla sofferenza. È la differenza
Tra corsivo, una scenata, un’aggressione & lo spray al peperoncino.
È il titolo dell’assurdo dramma in tre atti
In cui gli attori non dicono altro che «chi può dirlo»
E chi può dirlo «chi può dirlo» per due ore filate.
*
Intendo soltanto dire al me del futuro che
L’autoperpetuazione è una guerra contro il Tempo
Il viaggio è essenzialmente lo scopo di tutte le religioni
La cecità è il colore che uno vede sott’acqua?
Il respiro può venire oscurato nell’oscurità
I benefici della verità possono apparire radicali
In neri in America sono di rado compulsivi
Chi dà il cinque crede che la gioia dipenda dal toccare gli altri
Vietato è l’unica parola che Dio conosce?
Devi guarire te stesso per essere davvero eroico
Devi pensare al suicidio una volta al giorno
La consapevolezza di sé richiede un pizzico di cecità &
Presunzione è l’unica parola che Dio conosce
Essere libero è essere vivo perché solo i morti sono schiavi
___
Terrance Hayes è un poeta e insegnante statunitense. Ha pubblicato sette raccolte poetiche, con cui ha vinto numerosi premi, tra cui il National Book Award for Poetry nel 2010 con Lighthead. Le sue poesie sono state ospitate su varie riviste, tra cui “The New Yorker” e “The American Poetry Review”. Nel 2017 è stato nominato Cancelliere della Academy of American Poets. Sonetti americani per il mio assassino del passato e del futuro è la sua prima opera a essere pubblicata in Italia.