Bruno Di Pietro – 8 per “Baie”

i.

di notte
a volte accade
di avere paura
che all’improvviso
la luce illumini
la tua assenza

ii.

ho inventato
per gli occhi
un sorriso
(tu potresti apparire
all’improvviso)

iii.

di come un mattino di ottobre
seduto sulla riva del mare
spettinato dal grecale
pesando la retata del pescato
tu abbia immaginato
una nuova terra un nuovo cielo

di come ti sia sembrato labile
il margine fra l’onda e il lido
e avresti voluto per detto
tutto il dicibile

dirai un giorno

e di come allora
fiutato il vento
come un vecchio marinaio
sia iniziato il cammino
verso il non ancora

iv.

ornava la spiaggia
da cui si scorgeva l’acropoli di Elea
il giglio di mare:
aveva affrontato libeccio e maestrale
senza impallidire

allora noi bambini si andava per canneti
a fare capanne improvvisate
e cerbottane
mangiavamo la sorba spontanea
e una radice che sapeva di liquirizia

era il tempo che la Porta usciva dalla terra
Parmenide ci osservava
paterno

v.

se sia lecito dirti la furia
le sere passate in un nembo di fumo
i silenzi traboccanti di lussuria
in cui penso tu mi accolga in grembo

se sia lecito dirti il profumo
dell’ansia, l’attesa della voce
che implora calma per le mani
se sia lecito dirti “domani
vorrei che tu mi fossi accanto”

mi chiedo: e intanto invecchio presto
senza il gesto, la parola che incide
(il giorno ha sempre una fuga un ghigno
e mi deride)
vi.

se appena mi giunge
un soffio
un sentore di te
so che per morire c’è tempo

vii.

non so più scrivere
non so più scriverti
per quali vie raggiungerti
con quali sguardi
suoni sorrisi gesti
e poi con quali pretesti
ora siamo palude
il brutto ci circonda
(e ci si affonda)

viii.

a volte
accade
che anche l’ombra
si senta
sola

https://youtu.be/taoK_VkCJhc

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