Pillole di poesia #3 – Massimo Ferretti

a cura di Ilaria Grasso

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Massimo Ferretti è stato un poeta, scrittore e giornalista italiano. Nato a Chiaravalle nel 1935, Ferretti ha operato tra le Marche, dove è nato per poi ritornare perché deluso dal mondo editoriale, l’Umbria per via degli studi universitari a Perugia e il Lazio o meglio Roma per la sua attività di poeta, scrittore e giornalista. È stato in contatto con i maggiori scrittori e poeti italiani. Frequentò Pasolini, Balestrini, Porta e anche Attilio Bertolucci e il figlio Bernardo, nonché Enzo Siciliano. La sua era un’indole inquieta e una personalità culturale e umana incatalogabile.  Ha rapporti con Pasolini che poi si interrompono quando Ferretti decide di aderire al Gruppo ’63 e di pubblicare il suo romanzo dal titolo La gazzarra per Feltrinelli. Questa rottura lo delude molto e lo porta a tornare nelle Marche, a Jesi, per occuparsi della sua attività commerciale nel settore dei prefabbricati edilizi. Nel frattempo si sente costretto da quella vita di provincia che poco ha a che fare con la sua incontenibile vocazione letteraria e se ne va a Londra per mettersi a studiare l’inglese. Si ritrasferisce a Roma dove traduce psicologia e antropologia per la casa editrice Astrolabio dell’editore Ubaldini. Inizia a scrivere un romanzo all’insaputa di tutti che non riuscirà mai a terminare perché muore.

La poesia che ho scelto è tratta dalla raccolta Allergia, edita dalla casa editrice Giometti&Antonello, incarna quello che solo apparentemente riguarda un incontro fugace e sbarazzino tra un uomo e una laureanda di scienze politiche. Suppongo sia avvenuto a Perugia ma forse sarebbe troppo scontato allora lo immagino nelle Marche tra le brune della nebbia che lasciano intravedere gli amanti occasionali e lo sfondo provinciale che si avverte prepotente nei versi. Uno come Ferretti non si lascia intimorire da niente e con audace ironia e allegria seduce la giovane e i due si lasciano andare non interessandosi poi molto dei “riti della gente”. Camminano senza meta nei giorni di Natale, in viali affollati e inondati dalle luci delle vetrine e le decorazioni luccicanti tipiche del periodo. Dopo dato passeggiare i due ebbri di parole e vigorosi abbracci si fermano in un bar. Lì amoreggiano ancora ma con altre regole e senza curarsi molto del domani. Un amoroso “qui e ora” poeticamente indimenticabile!

La laureanda in scienze politiche  

Che è successo alla furia del mitomane
se son felice di averti visto nascere
in un semplice cappotto da passeggio?

Siamo andati alla deriva lungo i viali
e abbiamo costeggiato le vetrine
dei negozi del corso di Natale
fino alle scale dei vicoli in discesa:
a parlare d’un tempo tramontato
quando ero un intrattabile ragazzo
«con molte occhiate e qualche parolaccia»
e tu magra ragazza sensuale
radiosa nervosa intelligente.

E ci siamo trovati tra le braccia
senza adoprare i riti della gente.

Le graziose commedie del pudore,
i turbamenti sviati in una tazza
nera bollente amara di caffè,
il tepore dello smarrimento –
tutto accadde assai tranquillamente.

(Di quel che avvenne poi non so più niente)

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