Gabriella Sica | Poesie d’aria

a cura di Lorenzo Pataro
da Poesie d’aria (Interno Libri, 2022)
fotografia di Dino Ignani


Le figlie

Quante ne ho amate di care figlie
ci parlo le ascolto giochiamo
una consonante qui e là una vocale
le vesto di sillabe e le pettino piano
in noi scorre un fiume profondo e sonoro
è flusso femminile di antenate
ognuna m’è musa madre e memoria
camminano con scarpette di ninfa
le creature floride e sottili
intorno a me le raduno
le figlie di stare con me felici
mi salvano dal tempo che va via.
Sono le mie care poesie bambine
chissà come senza me cresceranno

*

Vivo a Roma da tanto
chinata sulla vita
con le parole povere dei poeti e dei morti.

E mi viene da pensare
che mi riconoscano bene
le colonne le pietre millenarie
e le ombre le persone della mente
lo sbieco del sole sui muri
e i versi scherzosi di passeri e merli
l’unica la prodigiosa luce di Roma
e il lontano confuso mormorio dei risorti.

Il bagaglio

Quando il bagaglio avremo scaraventato
nella nuvola vaporosa
quando l’avremo salvato con il nome
evaporata l’impresa di una vita
invischiati resteremo e ammutoliti.
Tutto questo un bel gioco caduco?
La magnifica bellezza del creato
alla tua umida gravità accomuno?
Tu cosa dici, tu nube meravigliosa
che fai spazio alla luce del

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