a cura di Giovanna Frene
da In cerca di Pan (nottetempo, 2023)
Anteprima editoriale
n.d.r. Ringraziamo lo scrittore e l’editore per la gentile concessione
SPOSTAMENTI
Rubrica di poesie, parole sulle poesie e parole sulle parole
n°60
Su varie forme di Metamorfosi e di un titolo
Viennese II
I
Uscendo dall’albergo Sente come spesso gli accade Un vento freddo e negativo Un sapore di cose dolorose Si trova di fronte l’edificio dell’Opera Andato distrutto il 12 marzo 1945 In uno dei bombardamenti che rasero al suolo Gran parte della bella città di Vienna Gli storici ricordano che subì 52 azioni Che perse 37.000 edifici Quel giorno di marzo assieme all’Opera Viene colpita l’Albertina e il Philipphof Un palazzo nei pressi Che crolla procurando la morte di duecento abitanti Seppelliti nelle cantine dell’edificio Non fu possibile liberarli O recuperare i cadaveri Rimasero sotto i marciapiedi Che adesso calpesta In quel mondo sotterraneo si consuma La metamorfosi da vivi a defunti Ed è questo che forse sente Questo giorno nella bella città di Vienna
II
Si dice che il bombardamento sia l’atto bellico Che induce Richard Strauss a scrivere Metamorphosen für 23 Solostreicher Il cui titolo ovidiano c’impone Di tratteggiare la vicenda della composizione Completata in poco più d’un mese Il manoscritto si chiude con una frase “In Memoriam” come se fosse un monito Ora tutta questa considerazione Delle bombe sulla Staatsoper Del crollo del Philipphof Della morte per probabile asfissia o fame Dei duecento seppelliti vivi nelle cantine Della fine di Strauss Va a cozzare contro la musica fluttuante E col titolo del pezzo che rimanda A un testo naturalista di Goethe La metamorfosi delle piante Dove si teorizza la discendenza ex unum pluribus Dalla foglia a ogni parte dello stesso A una visione che coincide Col canto finale delle Metamorfosi di Ovidio Alla sua visione orfico-pitagorica Tutto ritorna all’origine
III
Paul Sacher a Zurigo ne concertò la prima Il 25 gennaio 1946 presente Strauss Che diede dimostrazione didattica Dirigendo una delle prove Il 12 settembre 1949 a Monaco Davanti all’Ostfriedhof Si tiene il funerale del compositore La mutazione del corpo di Strauss Da carne composita a ceneri Georg Solti dirige l’orchestra dell’Opera di Stato Eseguono il Trio finale del Rosenkavalier Il secondo movimento dell’Eroica (la marcia funebre che Strauss aveva variato nelle Metamorfosi per 23 archi solisti) Ma sono i Berliner Philharmoniker Diretti da Wilhelm Furtwängler Il 27 ottobre 1947 al Titania-Palast di Berlino Rimasto intatto dai bombardamenti Un tempo adibito a teatro di rivista A marcare per sempre L’interpretazione del brano Di cui s’è conservato il documento sonoro Inaspettata A metà esecuzione il direttore imprime Un’improvvisa accelerazione del climax Che coinvolge tutti gli strumentisti Come se una menade Avesse preso posto sul palco Conducendo l’orchestra alla rovina Ma insomma i Berliner Reggono scarti impensabili La partitura li consente Il direttore ha il polso adatto Tu dici Un tedesco può questo? Conosce le infinite varianti Del mondo greco? Suo padre produsse Il più completo studio Sulle gemme antiche Ti rispondo I melomani pensano al figlio direttore Gli archeologi dicono “il Furtwängler” E come accade per i volumi classici Si riferiscono al suo Die antiken Gemmen Intagli cammei calchi Figure olimpiche portate al dito O come fibule per allacciare pepli O sigilli imperiali che garantivano La veridicità di un messaggio L’efficacia della parola scritta Il rispetto dell’ordine recapitato Il figlio aveva una passione Per l’estro del momento E produceva capolavori e fallimenti Non meno di quanto accada a noi Sempre sottomessi al caso Alla rapida Occasione Così come appare Nell’Iconologia del Ripa Wilhelm ti dicevo A chi lo rimproverava di esiti opposti Nella direzione oscillante Tra impreviste cadute memorabili trionfi (grande seduttore fare satiresco e ossessivo nel coito) Poneva questa domanda Che cosa direste di un uomo Che si prepara le parole Da dire alla sua amata