a cura di Nicola Barbato
da La vita finché resta (Ensemble, 2023)
Guarda. Questa luna non ha croci
da battersi al petto; non contrae
il cuore in un battito di favore
ai telescopi puntati. Ci osserva.
Concede sè stessa all’orgasmo
di immaginarsi plenilunio.
Ogni suo raggio sembra perduto;
eppure gli occhi l’adorano.
*
Non sarà più l’estate
a redimere i nostri volti
che bruceranno al sole
e a nessuno di noi
verrà in mente di fuggire
Fuggire dove, poi?
Per mare non potremo
ingolfato com’è dalle sue onde.
Non sarà per nasconderci
quella maschera di sabbia
che fabbricheremo di notte
e a nessuno di noi
verrà in mente di ballare
Ballare dove, poi?
Per cielo non potremo
ingolfato com’è dalle sue stelle.
Non sarà più la malinconia
a guidarci verso il tramonto
da dove il ricordo scruta
e a nessuno di noi
verrà in mente di sparire
Sparire dove, poi?
Per terra non potremo
ingolfata com’è delle sue impronte
*
Vedi? Ora le tue dita
scorrono sulla schiena,
fanno analisi chirurgiche
di un corpo mai abitato.
Diventi esperta della pelle
che non puoi attraversare;
è l’unica arte che pratico anch’io.
Sogno corpi invasi da corpi
pelli profanate da pelli,
occhi che indovinano
i chilometri che bastano ad arrendersi.
Ma ogni casa è sempre lontana,
ora che le dita han deciso di perdersi;
e se nessuno è colpevole del viaggio
io, il mio corpo lo lascio in vendita;
verrai ad affittarlo se non cerchi riparo.
*
Al fuoco della sera
me ne starò seduto
corteggiando le braci.
Non dirò le preghiere
che gli uomini cantano
quando il fuoco zittisce.
Non lo faccio; la luna, dai suoi
avamposti di nebbia
intanto sanguina; la luce dalla
sua vena poi zampilla.
Si mescola al mio sangue.
Attorno alle braci stanche
i miei silenzi, il nostro sangue;
Sono il contrappunto di questa sera.
*
Ora nuova: È quella che non scocca.
È l’abitudine del vento ad agitare
i campanili delle chiese vecchie;
susciterà Dio questo tremore?
L’ora che non scocca è un’ora eterna.
In abiti scuri, le signore della domenica
pregano la polvere al passare del nulla.