Oksana Stomina | Lettere non spedite

a cura di Giovanna Frene
da Lettere non spedite (Gilgamesh Edizioni, 2023) traduzione di Marina Sorina, con il contributo di Guido Cupani e Valeria Tsekhmaystrenko


SPOSTAMENTI
Rubrica di poesie, parole sulle poesie e parole sulle parole

#70


“Scrivere d’amore: quello per la propria famiglia e per la propria città. Questa era la missione di Oksana Stomina, nata in Ucraina, a Mariupol, in una famiglia russofona che abitava lì da generazioni. Ha ereditato dai genitori l’amore per la scrittura: suo padre scriveva prosa e la madre invece, si dedicava alle poesie d’infanzia. Dall’alto della sua casa, affacciata sul Teatro dell’opera, Oksana ammirava Mariupol. Ne decantava la bellezza nelle sue poesie e cercava i luoghi storici da valorizzare. Come molti altri abitanti della città, usava il russo per esprimersi, visto che l’ucraino non era nemmeno studiato nella scuola da lei frequentata.Tutto è cambiato con l’arrivo del 2014, quando la città è stata presa di mira dai primi bombardamenti russi. Oksana non ha voluto migrare verso le zone più sicure: si sentiva come una guardiana della città, costretta a restare per aiutare gli altri. Come volontaria, Oksana era testimone oculare delle conseguenze della guerra grazie ai suoi contatti con gli abitanti della zona di combattimento e ai profughi. Queste testimonianze orali sono confluite nel libro de lei editato “Sul vivo. Diari attorno alla guerra” e poi nel volume di prosa “Gli atomi del destino”.” [dalla prefazione di Marina Sorina]



FA PAURA


È spaventoso scriverne. Come farne poesia
o sulla cenere ardente costruirsi una via,
trattenendola nei palmi delle mani a grande scorta,
poi essere con lui, nella prigione, fatta morta
e insieme a loro, tra quelli che non smettono di cercare, 
sotto l’assedio, nei rifugi, nelle trincee, nelle bare, 
essere l’ultimo dottore all’hospital,
la madre che ha il figlio in “Azovstal”,
sepolta viva da una casa che si sgretola…
Per scriverne, non bastano le parole!
Per scriverne non basterà nemmeno il cuore.
Per scriverne, esiste solo il rancore!
Se io ne scrivo nasceranno brutti versi.
Sempre più brutti, e difficilmente saranno diversi… 

(marzo 2022) 



FILASTROCCA PER GLI ADULTI


La nostra città è invasa da mostri, crudeli e testardi. 
Non hanno pietà per nessuno. Nessuna pietà!
Mi sento spaurita: vogliono che la mia morte non tardi. 
Però non capisco ancora: di me, cos’è che male gli fa? 

Ho quasi otto anni. Vado a scuola, anzi non più, in questa stagione. 
Io e i miei non abbiamo più una casa dove abitare, 
ora vivo in un rifugio. A volte, senza intenzione
piango di nascosto. Ma nessuno lo deve sapere!  

Papà è la fuori. Su di lui la mamma è silente.
Io la capisco, e da allora non ho più paura.
Ha promesso il suo ritorno tutto intero e trionfante, 
e mio padre non mi mente, di questo son sicuro! 

Zio Vitya, il vecchio di casa, si è riuscito a salvare!
In generale è felice, perché può uscire in cortile!
Vi ha fatto un fuoco, così che tutti possano cucinare.
Per il falò, una vecchia scala di legno è riuscito a demolire. 

L’ha staccata dal casotto, distrutto dalle bombe
insieme al parco giochi. Sparavano all’impazzata…
Ora nel giardino, al posto delle aiuole, abbiamo tombe.
L’ho sentito dire dagli adulti, io non mi sono mai avvicinato.

Non leggiamo più, manca luce nella stanza nera 
Allora vado a letto presto, chiudo gli occhi e penso: 
taceranno le armi, torneremo a casa in primavera, 
quando avremo vinta questa guerra senza senso. 

A casa, una bicicletta e un trenino mi aspettano. 
Dell’orsetto non m’importa, bambino più non sono. 
Sempre ci osservava, dall’alto del suo ripiano.
Se mi manca, è perché papà me lo diede come dono. 

Come una grande famiglia, siamo in tanti nel seminterrato. 
Ogni sera recitiamo poesie, poi giochiamo a nascondino. 
Solo una vicina, la nonna di Andryika, lacrime ha versato, 
è da un po’ che lui non scende qui, per stare a noi vicino. 

(marzo 2022) 



IN NESSUN LUOGO


Sono ovunque e in nessun luogo. Testarda e incessante, 
ovunque io fugga, ho la guerra alle costole, sempre presente. 
Sussurra illusioni, graffia via la fiducia.
Ovunque mi trovi, io sono sempre a Kharkiv, a Bucha… 

Dentro di me ormai solo zolfo e acciaio.
Il mio universo: i miei tristi pensieri. La mia casa: un bagaglio. 
Il dovere: odiare sempre l’orda che ci divora.
Dove siano la felicità e mio marito, lo ignoro… 

Invano nascondo il dolore a me stessa e a chi ho intorno. 
Ovunque mi trovi, io – non ci sono e anelo il ritorno. 

(8.07.2022, in nessun luogo) 


LETTERE NON SPEDITE


Per chi è in prigionia 
Dedicata a mio marito… 

Ci scriviamo queste lettere. Pure e trasparenti. 
Non parlano di cannoni, carri o posti di blocco, ma di albe color ciliegia, 
di un bel nido sotto i pini, di felicità e di vittoria. 
Scriviamo d’amore. Può mai mancare? 

Parliamo poco di dove sei e di come sto senza te. 
Scriviamo ancora e ancora le lettere e le lanciamo nel cielo. 
Scriviamo ancora e ancora le parole e le lasciamo cadere nell’acqua.
Perché non abbiamo un’altra via d’uscita, né di entrata. 
Perché non abbiamo indirizzi, né strade, palazzi, città. 
Allora saranno le voci rimate a creare un ponte fra noi. 
Perché solo Marte o Venere sono più lontani del mio destinatario. 
Allora… Bacio la tua fronte e affido tutto alla carta. 

(luglio triste, anno 2022) 



PRE-AUTUNNALE


A mio marito e a tutti i sopravvissuti di “Avzovstal” 
imprigionati 

Ti hanno tolta l’estate. L’hanno tolta per sempre.
Non tornerà, perché le estati svaniscono a settembre. 
Resta solo il profumo salmastro del vento nei capelli, 
i ricordi d’amore, e i versi dolci e belli…
Ma questa volta l’estate non hai potuto vederla. 

Perché un branco di mostri da tempo ti braccava, 
perché quel branco di mostri da tempo si preparava, 
perché il branco ha fatto irruzione, né poco né tanto, 
ti ha ucciso, duramente ti ammazzava. 
E ti ha ucciso di nuovo, fortunatamente fallendo soltanto. 

Sei sopravvissuto nell’inferno, e sei tornato… nell’inferno. 
Le folli creature hanno paura e mordono con tanto impegno 
Mordono. Insidiose e malvagie, come cagne spaventate. 
Perché è facile mordere qualcuno che ha le mani legate. 
Tanto più fra consigli incoraggianti e grida eccitate. 

Perché conviene irrompere a tradimento, aggredire a sorpresa, 
Perché conviene andare dai vicini e saccheggiargli la casa, 
Perché conviene celare le perdite e del frumento far man bassa, 
Perché è semplice trovare pretesto e sparare su gente indifesa, 
Mettere la loro e la nostra gente in galera. 

Visto che farà finta di niente, il mondo spossato.
Ed è per questo che questa follia dura così tanto.
E confusa la madre chiede di te e prorompe nel pianto. 
E nuovi semi d’odio nella terra vengono piantati.
E nessuno, ragazzo mio, potrà restituirti questa estate… 

(31 agosto 2022)



Oksana Stomina, nata a Mariupol, è poeta, scrittrice e attivista per i diritti umani. È inoltre organizzatrice di molti progetti sociali, letterari, legali e di beneficenza, vincitrice del premio letterario Yuri Kaplan e del premio letterario Slavic Traditions. Fondatrice dell’organizzazione pubblica Yuri Kaplan. Autrice di diverse raccolte sulla guerra in Ucraina: ATOmy del destinoVicino alla guerra. Diari ucraini (tradotto in inglese e lituano), La guerra arriva senza invito (tradotto in tedesco). Autrice di guide interattive di Mariupol per bambini e adulti: Una passeggiata con Marik e Un meraviglioso viaggio con Mik e Marichka, oltre a raccolte di fiabe e poesie: I segreti del vecchio muroLettera a un adultoPoesie inaspettateA proposito dei vivi.

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