Francesco Deotto | Poesie

a cura di Giovanna Frene
da Avventure e disavventure di una casa gialla (L’arcolaio, 2023)


SPOSTAMENTI #74

Rubrica di poesie, parole sulle poesie e parole sulle parole


Cinque grandi blocchi 
accompagnati da delle discrete 
(quanto confuse) formazioni 
di piccoli blocchi. 

Cinque grandi blocchi 
disomogenei praticamente 
sotto ogni punto di vista.
Per forma, età, disposizione,
stato di conservazione,
aspettative di sopravvivenza
(e di rilancio), ambizioni, 
appetibilità, eccetera.

*

Quasi nessuno, pare, con l’eccezione, forse, dei soliti folli, potrà negarne la forza d’impatto, la potenza travolgente (o almeno destabilizzante) – non sia che per qualche minuto, e per una porzione limitata dell’umanità: per un insieme non trascurabile, per quanto incerto, di soggetti senzienti (ipotizzabile, diciamo, con una certa approssimazione, tra un qualche centinaio di migliaia, e un centinaio scarno, tout court). 

In primis, nel senso più letterale d’un’esplosione che (idealmente) va immaginata come il risultato d’un volo congiunto d’almeno un paio dei 25 Lockheed F-16 Fighting Falcon in forze alla Força Aérea Portuguesa. 

Potrebbero alzarsi in volo (stando a wikipedia e ad altre nostre fonti riservate) dalla base aerea numero 5 (Monte Real), nei pressi della foresta di Pinhal de Leiria, a circa centoquaranta chilometri a nord di Lisbona. 

Con una velocità di crociera che raggiunge i due virgola zero cinque Mach, è nel giro di 10, 20 minuti, al massimo, che è legittimo attenderli, pienamente operativi, nel cielo della città bianca. 

Con ogni probabilità (in assenza di impedimenti, in condizioni meteo standard) è in un perimetro non inferiore ad alcune (diverse) decine di chilometri che la deflagrazione non potrebbe passare inosservata. 

E poco importa l’equipaggiamento scelto: che si opti per delle Mk 82, a caduta libera (come in Afghanistan e in Iraq, o in Libia, Siria, Yemen, Pakistan, Somalia…), o per delle CBU-87, a grappolo (quelle di Desert Storm e dell’Allied Force jugoslava), oppure (come in Vietnam) per dei più tradizionali AGM-65 (Maverick). 

Al boato, in ogni caso, non potranno sfuggire neanche gli indigeni più impenitenti, i più impermeabili al brusio del mondo – quelli che – possa succedere chissà cosa –, nel giro di qualche minuto, se non prima, sono sempre in grado di ritornare alla loro vita d’ogni giorno (quella di sempre), come se nulla fosse.

*

Sette blocchi dall’aria discreta.

Nessuno realmente troppo appariscente,
né troppo rumoroso,
o particolarmente riottoso.

Sette blocchi piuttosto ben integrati.
Tutti, apparentemente, in grado
d’evitare gli abituali eccessi
dei soliti parapiglia
tra vicini, o tra parenti.

Sette blocchi ben orientati
nella ricerca del quieto vivere,
del vivi e del lascia vivere.

Quasi tutti, in genere, tali
da sembrare avere i mezzi
per scansare le rogne più grandi.

Sette blocchi
che faticano ad andare d’accordo.

*

Tra tutte, si dovrà ammettere che non si tratta esattamente di un’ipotesi la cui realizzazione possa risultare tra le più semplici e probabili, almeno nella sua versione standard (quella pubblica), almeno visti i tempi, i destini generali, visto lo Zeitgeist.

Certo, non che all’arrivare di una crisi (quindi piuttosto di frequente) manchino mai gli annunci di nuovi investimenti, di nuove assunzioni, di nuovi piani di rilancio. Solo che poi basta qualche segno di «normalità», o anche solo un po’ d’abitudine, un po’ di tempo che passa, e tutto evapora. Se ne riparlerà alla prossima emergenza.

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