a cura di Nicola Barbato
da Tenebrezza (L’Erudita, 2023)
fotografia di Dino Ignani
Difendi il tuo sorriso,
nada màs.
Di’ nomi che fanno bene.
Di’ Lucignolo,
Cosimo Piovasco di Rondò.
Sii tra le foglie.
Disegnati una mongolfiera.
Fischietta.
Vai a cena dagli Addams.
Leggi poesie per la loro pianta carnivora.
Riposa nell’azzurro.
Taci nel verde.
Sii bianco per rotolare nel fango.
Cerca un’ombra perduta da Peter Pan,
la perla verde di bambù,
la sola lacrima d’assenzio
che pianse Rimbaud.
Di’ Nevada e aspetta.
Ridipingi la panca nel giardino
e lascia che vi si siedano
a frotte i tuoi sensi di colpa.
Poi guardali andarsene via
con le brache colorate di vernice.
Canta una canzone stupida
che parla d’api o torte di mele.
Pensa a come ti chiameresti se fossi un clown.
A che animale assomigli.
A cosa diresti mai
se incontrassi il bambino che sei stato.
Inventa nomi diabolici per i tuoi angeli,
nomi dolcissimi per i tuoi demoni.
Bacia il tuo sorriso.
*
Disfare una barchetta di carta
per scrivere sul foglio marezzato
versi che hanno sete d’avventura.
Rileggere parole migranti
che salpano per sempre lontano
muovendo con la mano un addio.
*
Poso lo sguardo su cose di un altro tempo.
Bado al loro perdurare in questo tempo.
Sono testimone di un misterioso patto
tra ciò che fu prima e ciò che sarà dopo.
Un patto stretto in un eterno adesso.
Da una crosta di smalto su un vecchio volto di latta
mi sorride un acrobata che ancora si chiama Jimmy.
*
Crollano l’una accanto all’altra
tutte le estati segate dalle cicale.
*
Poso il capo sul cuore del demonio.
Dormo un sonno d’inquieto poeta.
Addormentato appaio in sogno a un elfo.
Mi sveglia uno spillo caduto a Oz.