Flavio Ermini | Antipensiero. Fabula

a cura di Giovanna Frene
Cinque testi da Antipensiero. Fabula, introduzione di Lucio Saviani (Moretti&Vitali, 2023).


SPOSTAMENTI #88
Rubrica di poesie, parole sulle poesie e parole sulle parole


“(…) Le cose emergono alla luce dell’essere attraverso il linguaggio, da esso al contempo disvelate e nascoste. Vale a dire che l’essere si ri-vela sempre nel velame della parola che esprime le cose. Questo rivelare è il potere metaforico originario: la parola come metafora dell’origine. Del resto, non à già l’Aperto una ‘originale’ metafora?
L’oltraggio della parola poetica, il suo trascendere i significati istituzionali, i sensi attendibili e i codici prestabiliti di cui pure è permeata, è dunque questo movimento ‘ad oltranza’ della metafora, originario trascendimento del velame della parola.
Nella teoria umanistica del velamen, ripresa da Boccaccio, la fabula è dunque in questo senso esemplare, la sua demonstratio non è che un mostrare la realtà che giace sotto il velo (…)”.

(Dall’introduzione di Lucio Saviani)


Antipensiero è il nome dell’astronave che il bambino ha inventato per andare su una terra diversa da quella da lui finora vissuta.

Antipensiero è anche il nome del Pianeta da raggiungere per vivere una vita diversa da quella finora vissuta.

*

Il bambino scende nel cortile della sua casa, come accade ogni giorno. Il bambino inizia a correggere un dato errato.

La bambina raggiunge il bambino e lo aiuta a correggere i dati sbagliati.

*


Ieri ero in cortile con i piedi dentro la bacinella imparando l’atto di recitare con la bambina.

Il bambino correva verso il fiume. Era una corsa che faceva di gusto, ma quando giunse al fiume vide un vecchietto con la barba bianca. Era il suo più grande amico. Gli portava una pasta con la marmellata. Riprendeva la corsa per raggiungere il fiume e lì giocare con le lucertole.

Era un invito a fuggire.

*

Il bambino chiese alla bambina di accompagnare i suoi amici più cari nell’Antipensiero fece la prima prova di mettere in moto l’astronave.

Ma come non ricordare la nonna? La nonna la ricordava tornando a casa piano piano.

La nonna mi veniva incontro e io le davo la mano. Il bambino diceva di essere stato picchiato dalla zia perché non aveva fatto i compiti.

Successe una cosa straordinaria: nel cortile presero corpo due realtà, la realtà dell’ Antipensiero e la realtà della Terra.

*

Sulle macerie giocavano a nascondino.

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