Anteprima editoriale | Kostas Vàrnalis | La vera apologia di Socrate – Il monologo di Momo

a cura di

Lorenzo Pataro

a cura di Lorenzo Pataro
da La vera apologia di Socrate Il monologo di Momo (Crocetti, 2024), a cura di Filippomaria Pontani

Da La vera apologia di Socrate

Come andarono le cose

1. Mentre parlavano gli accusatori (Meleto con la sua voce acuta e le mossette muliebri, nervoso come un usignolo; Anito con le orecchie grandi e le narici piene di peli Licone con le tempie strette e lo sguardo torbido), i giudici seduti per terra, a gambe incrociate o accovacciati, masticavano bruscolini e sputavano i gusci sulla nuca di quello davanti. Ma i più, distesi lì a fianco, tenendo le scarpe per cuscino, russavano ritmicamente. Socrate guardava in alto il cielo primaverile e ogni tanto si massaggiava leggermente il ginocchio sinistro, che lo tormentava di fitte. Con tutto il mormorio che c’era, con la puzza che emettevano tutti quei corpi bollenti e quelle pance malandate, lui riusciva a udire gli uccellini allegri che pigolavano sui pini nei pressi, e a sentire il profumo della resina, del lentisco e del timo, che saliva dalla terra incolta.

2 Come gli accusatori ebbero concluso, si fece d’un tratto un silenzio assoluto, quasi che il luogo con tutte le pietre, gli alberi e gli uomini fosse sprofondato dentro un pozzo senza fine, e l’acqua li avesse sommersi tutti per due volte la loro altezza. Trattenendo il respiro, tutti inchiodarono gli occhi su Socrate, impazienti di vedere con quali moine avrebbe cercato di pervertire la Legge.

Parte prima

1 Che ore sono…? Mezzogiorno passato!… Sei ore intere e non ho sentito niente! Gli anni, vedete, mi hanno rovinato l’udito… Se Ulisse avesse avuto la mia magagna,non avrebbe perso tempo a calafatarsi le orecchie con lacera né a legarsi all’albero maestro per non ascoltare il sensuale canto della morte. Anche se (dato che l’abbiamo menzionato) la morte riecheggiò più in profondità nella sua anima, e poi lui la ascoltò lungo tutta la sua vita.

2 Ma anche se avessi avuto dieci orecchie e tutte sane, comunque non sarei riuscito ad ascoltare. Mi sono smarrito dinanzi alla vostra massa grande e strepitosa. Mi sembrava di essere all’altro mondo, e che cinquecento Plutoni mi stessero giudicando, ormai defunto. Per questo sorridevo umilmente. Era per paura, sbalordimento e stoltezza! Ah!… Sento scalciare dentro di me il sentimento patriottico. Anch’io posseggo quelle grandi virtù! E davvero, dovunque metta radici quella Trinità (stoltezza, sbalordimento e paura), lì la Legge ha potere e il popolo è felice.

Da Il monologo di Momo

Pomeriggio di primavera

Prometeo (sul Caucaso)

Ah! Aaaaah!…
Che gran peso sommerge il cielo quest’oggi! Freddo e senza bagliore il disco del sole, come fatto di argilla secca, diresti quasi che è lì lì per cadere sulle montagne di fronte e farsi in mille pezzi… Come ansimano le viscere della terra, che un tempo mi espulsero nell’aria primaverile con un’allegra contrazione!…Come pendono negli abissi le acque scure, senza eco né schiuma, quasi pietrificate!…Mi giunge di lontano un pianto lancinante. Chi sarà mai? Dovunque tu sia, fratello sconosciuto, i miei chiodi non mi consentono di voltarmi verso di te. Basta un minimo movimento e mi mordono selvaggiamente come i serpenti che uno calpesta mentre stanno dormendo. Tuttavia oltre i baratri e al di qua delle distanze le mie ferite ti sentono molto calorosamente, sulla pelle stessa…Potrebbe essere la mia propria voce, che le tenebre degli
abissi mi rimandano indietro…

Gesù (sul Golgota)

Come si stavano dolcemente chiudendo i miei occhi pieni di buio scintillante! Come affondavano dolcemente le mie ossa e le mie carni dentro l’immensità dell’Inesistenza, in cui si stavano sciogliendo come il sale nell’acqua. E man mano che le vene e il cuore si svuotavano goccia a goccia, sentivo la mia anima sempre più leggera, sentivo che la prendevano come ali i cieli altissimi! Tra la Morte e la Vita, al di là della Terra e al di là del Sole, chiodi, aggressioni, sputi, bestemmie non raggiungevano la mia anima, che andava via per non tornare più. Tutto stava diventando ombra e respiro attorno alla mia ombra e al mio ultimo respiro!…Ma adesso quale voce mi sveglia, da quale gola proviene, roca e incrinata? Dove trova tanta forza da riannodare la mia anima al corpo e da riportarmi indietro alla Corruzione e alla Sofferenza?


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