Prego la terra, questa nostra terra
che trafiggo coi pugni chiusi per possederla,
lei che di esili rami spoglia le campagne
mentre i tronchi proni da lontano
– anime penitenti in paziente attesa –
perdono i contorni, le cime nello sforzo
della definizione. Percepisco
intorno una strana abbondanza
orizzontale, per questo piego anch’io
lo sguardo, mi rivedo attraverso
il vetro sporco, fantasma specchiato.
Da La terra originale (LietoColle, 2018)