LCon poca forza io ho mai letto
la sintassi delle cose, lo sferragliare degli eventi
che preparano un sì lanoso e lieve,
ma che il perimetro di pelle
che ti veste, e poi una breccia, lo strappo di un quadrato
e mi si sveli: sogni uguali ai miei
è lo stupore: più forte
che il tuo corpo-fiume nudo si plachi
in fondo al mio, ninfea minuta; più forte
il tuo respiro nel mio orecchio
come dentro ad una tazza, i morsi dei cavalli,
le bestie negli armadi, più forte del correre
dei fiori che inseguono le estati, mungere
le notti a mani nude, più forte, fin dove si spazzola
l’erba gialla, si sbottonano le stelle, più forte
dove i prematuri e gli uccelli tengono un congresso
che sotto a buccia nuova cospirassero
in carne altra alla mia stillassero
navigassero nei tuoi vasi nel sonno delle ore
i sogni. Lo stupore: più forte
della parola, del frangipani.