Valeria Cagnazzo – Lo stupore

LCon poca forza io ho mai letto

la sintassi delle cose, lo sferragliare degli eventi

che preparano un sì lanoso e lieve,

ma che il perimetro di pelle

che ti veste, e poi una breccia, lo strappo di un quadrato

e mi si sveli: sogni uguali ai miei

è lo stupore: più forte

che il tuo corpo-fiume nudo si plachi

in fondo al mio, ninfea minuta; più forte

il tuo respiro nel mio orecchio

come dentro ad una tazza, i morsi dei cavalli,

le bestie negli armadi, più forte del correre

dei fiori che inseguono le estati, mungere

le notti a mani nude, più forte, fin dove si spazzola

l’erba gialla, si sbottonano le stelle, più forte

dove i prematuri e gli uccelli tengono un congresso

che sotto a buccia nuova cospirassero

in carne altra alla mia stillassero

navigassero nei tuoi vasi nel sonno delle ore

i sogni. Lo stupore: più forte

                    della parola, del frangipani.

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