dai riti immobili tutti i ritorni
una fioritura di niente in quel
seme la ribelle e la casa vìola
ch’io vado sola io popolata io
nel sud avvenuto s’è accaduto
dolorosamente vero il vecchio
muro della stazione il corpo la
curva asciugata nei suoi occhi
una scarpa e un minuscolo
sottovuoto di vento che sposta
la notte nel tempo dove madre
una nuda madre fabbrica a me
labbra zero volte zero le labbra
l’illecito sfioro approdato come
intima soglia continuamente io
alba socchiusa ché si sconfessa
da: Almanacco di poesia italiana al femminile “Secolo Donna 2018”, Edizioni Macabor
e poi
il vuoto d’un silenzio sulla bocca raccolta
per un gioco violato sul principio capovolto della corda che
non tira e slega il carro odoroso di menta selvatica il viso
perduto sul fienile del tramonto di un canto sfilato e reso
in un sussulto al sogno nel sogno del suo sogno
un interno soltanto di nuvole e di stracci l’estatica risonanza
di una carezza soffice sulla gamba colata come prima del tempo
di un nudo remoto il taglio o il ritaglio di un giglio amoroso sua
fame retrò d’una lunga treccia di seta assolta visione del corpo
il sangue dolcissimo dell’eva astratta e ritratta alle spalle
del cielo così ascesa al verbo l’aurora sola cavità di una lacrima
da: Antologia “Il corpo, l’eros”, Ladolfi Editore, 2017
nel (geenna) in piena
intingermi
carme tuo amante.
generata nudità
matura il bacio nel ciliegio
schermata pietra di l’una.
verso origina
supplica del goduto vizio
e naufrago
in te
– umido seme d’orione –
al paesaggio
perduto
bevo del pianto
l’infinito.
da: (dietro l’una) LietoColle, 2011