Luca Crastolla – Due inediti


le parole a quel tempo -per un lungo tempo-

cadevano dal cielo allestito per il gran teatro dei giusti

Piovevano affilate

con vizio di procedura e di sentenza

per dividere un pane

ancora esangue e già raffermo.


Le strade stavano crocifisse ai sensi unici

poiché tutto era diviso:

in casa tua il bene, in piazza

la nera mangrovia delle streghe.


Così il bene confinato sconfina nella disfatta

ed io tornerei bambino

per aver solo fame e nessun pretesto

E non sapere nulla del salario

con cui hai preso in affitto

una nomenclatura da primo testamento

e sfrattato i grandi fiumi dalle vene


*


tu, indole calcarea, vuoi la pace

insegnare alle foglie -vuoi

ma attraversa il confine

una trita discordia di radici

fomenta dai quattro cardini, rovinoso

un maestrale di scienza meschina


I sovrani piccoli piccoli

blindano regni da poco a di meno

nelle dimensioni di un soldo di rame.

Il giardino della felicità è un bisticcio di fiori

quello dell’orgoglio una collezione di statue

I bambini non vivono con noi

non più, dall’ultimo trasloco

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