Marina Pizzi – Due poesie da “Finita locazione”

I

Trovassi pace in un occaso fratello

Una variante della felicità.

Daga nel petto ogni dì

Corsaro gigante incombente.

Perennità del breve

Vezzo omicida.

Qui si tracanna l’astio del vuoto

La nomea di darsene infelici.

Ho perso la gemella nel fumo

Di sigarette assassine senza ossigeno.

Il pozzo è tutto pieno di urlii

Pressati da pietre.

Titano multiplo questa sconfitta

A barricata l’apice del giorno

Fonema senza trillo pieno rantolo.

Nessuna meraviglia scaraventare il cielo

Oltre di oltre.

II

Registro del nulla questo apparire

Sghembi sul calvario eternante

Vivere. Quaggiù si ricorda chissà

Cosa nonostante il vacuo stile

Di sopire soli. È inverno comunque

Minuziosa acredine folle resistenza

Le nebbioline ossute di dì morenti.

Eresia eternale il sorriso

Di apprendere comunque l’acqua sporca

Colmo occaso il tramestio dell’ombra

La bravura di accedere agli angeli

Nonostante la gerla con i mostri.

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