Dentro di te
Svegliami da questi passi
che imbiancano una notte mai
notte, dall’interno fischiato degli alberi,
lunghe steppe, raid desertici,
chiamata dentro di te una volta ancora
la timidezza di essere al mondo.
*
Se fossi
Se fossi una materia meno distruttiva
del tuo respiro periferico,
io le prenderei tutte insieme
le insignificanze per come sono,
se solo fossero.
*
Anno Domini MMXVIII
Il giorno incomincia dai vestiti sudati.
La disidratazione dall’acqua.
Questi sottili ricatti di vita
conosceranno perfino te
nel giro di bucato:
(riprendimi, fiato.)
*
Respiro
E collezioni di unghie
spaccate al cielo – raddrizzarmi
da lontano la ruota del sonno? Amore.
Ma soffoca questa costellazione:
un – respiro attaccato – all’altro. Qui,
nel reggimento dove sono, si arruolano
vipere discorsive e cessi tegami
pennette rincretinite spiagge
“affitto” “stazione” “take away”
lento pure nel mio sangue.
*
Ora il fico accerchiato di sole preme
sul collo di mia madre l’ennesima fine –
un’estate – il mare mai tastato e
veramente l’occhio è cieco,
vien quasi voglia di svegliarsi
Tiresia, ma senza uno scopo
senza uno scopo.
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