A PASSEGGIO
Così, in questo passo fatto a mani giunte,
le periferie sono state scavalcate e
le scarpe inchiodate di Donata
sono potute rimanere sui gradoni dell’Arena
a penzoloni di parole esagerate.
Nessuna colpa, se alle fessure degli archi
preferì la luce della vetrina. In fondo,
anche lei cammina in bilico
tra sasso e poesia.
omaggio a Milo De Angelis
*
BLU
La rincorsa all’unicità
sfinisce
Dicono che la nostalgia m’appartenga
come l’esile equilibrio del fenicottero,
sicuro su una gamba sola. Il blu
sa essere tremendo
ma perdonerà questa fase rosa
di mattoni e nubi.
L’unicità è lì sospesa
tra l’onda e la sua schiuma:
il blu è atroce, ora lo sai. Ha per prezzo
il lancio folle della moneta,
caduta a terra
nel cappello del mendicante.
*
SOMIGLIANZE
Quei due di spalle, avremmo potuto essere noi
prima che svoltassero l’angolo.
Niente ci somiglia: né l’edera in discesa dal cornicione,
né gli stivaletti in vetrina,
nemmeno fare il verso del cavallo
a una tavolata di bambini e di parenti
essere guardarti un attimo
come fossimo qualcosa
degno di attenzione.
Dire c’è gente, dire amore
è dire niente, basta, posso entrare?
Promettere a se stessi che da grandi
si sarà
maestri della grandine.
*
MEDUSA
Il senso della perdita si mette accanto
dalle ore 10.00 del giorno della nascita
anche quando le costellazioni sono già scadute.
La Morte scoperchia ogni mattina la culla,
agita i sonagli, rompe il sonno alla Bellezza.
Così quando la trovi per strada
sei il terrore di te stessa, la Medusa
che rende pietra eterna.
*
RENÈ
Sta nel braccio intorno alla vita
del giovane alla sua amata
l’afflato negato della tua pipa.
Sul mare la pietra è in procinto,
o forse è una risurrezione.
La schiena curva
per le grandi aspettative
serra le labbra alla fatidica domanda.
Per fortuna, lei dice sì:
ceci n’est pas une pipe!