GLI INTERMEDIARI
È appena successo, ho ancora i capelli bagnati
e tutti i verbi di sorpresa fuori uso.
Salite, c’è l’aria condizionata.
Bocca che desidera, petto che le ribatte.
Dirvi di no, sentire
le brunette che girano le lingue.
Vista dall’alto è incompleta
per sconfinato dondolamento
fermarsi prima della melodia
scendere un’altra volta dal cielo.
*
Un gruppo di orsi esce dalla foresta, una parte di loro, probabilmente i più giovani, entra nella torbiera che vira al giallo, mentre gli altri finiscono incongruamente nella testa di un poeta di città. A pochi metri di distanza, silenziosi e armati di macchine fotografiche, ci sono i turisti che osservano l’ultimo plantigrado d’Europa. Esistono paesi come questo di cento mila laghi. Lungo la riva di uno dei laghi più piccoli passeggia ogni giorno una ragazza dai capelli rossi, che il poeta guarda di nascosto, come fosse uno di quei turisti che fotografano gli orsi dei suoi desideri.
*
A BEN VEDERE
l’aria di aprile ti secca la gola
malgrado il nero inguinale.
Aggredire un bene e non avvertire l’afa.
Le petroliere al largo – cetacei nel mojito.
A parte il tempo che ci mette il cervello
a memorizzarlo, grazie a intervalli ristretti
e a te che salti, domani non è sabato.
Il personaggio sprovveduto si aggira rimpiazzabile.
Lo smisurato io gli lecca i piedi.
Ti porta a letto ma vuoi derubarlo.