Non ti ho mai amata tanto,
tanto erano solo tue vergini follie
in esilio da te,
che cercavi di combattere
ritardando la partenza,
e fuggivi
dal desiderio
creato su misura,
a dismisura,
a misura di me,
dismisura d’amore.
Ma prese le mie cime, le tue e legate tra loro,
improvvisamente sono diventati niente
concentrazioni di anni,
stampi inossidabili di educazione,
saluti e gesti ordinari,
armi e arrese,
sentimenti classici.
Abbiamo creato eccezioni un po’ meno
ordinarie, ci siamo salutati,
in modo un po’ meno ordinario,
siamo partiti, con un po’ di ritardo,
ho contato le tue follie e mi hanno detto
“scopriti”; non ti ho mai amata tanto,
questa volta, ho amato tutto di me.
II
Noi, oggi
esseri distratti
in questa bolla di silenzio,
di presa popolare,
d’inattitudine ai compromessi,
storditi da:
un solo momento,
illusa superiorità,
il malcontento del traffico,
la banalità dei grandi gesti,
la rarità dei piccoli.
Con frasi, sigilli ed aiuti conclamati
giuriamo di essere saggi, bravi e ottimi consumatori
di tempo
di carne
di idee.
Di persone?
Un’ora non serve a calmare le acque:
necessitiamo di una Vita intera per calmare la nostra,
se un filo è caduto,
noi siamo caduti:
se un giorno, ogni giorno,
al suo calare,
è diventato – notte,
con lui, la notte
è scesa in noi.
Noi, oggi
esseri distratti
in questa bolla di silenzio
domandiamo:
ci sarà mai
nuova pelle a coprirci,
vento tiepido,
un posto dove sorridere a temperatura ambiente?
Ci sarà mai
un giorno: il giorno
per cui la notte,
allora,
sarà solo sua?