Gilberto Sacerdoti – Inediti

Contro il colombo

Perché, colombo, vuoi risegnalare
quell’iride sgargiante in gola, tu
che poi all’atto, invece di cantare,
non fai che deglutire, glu, glu e glu?

T’ascolto e ho una gran voglia di spennare
piuma per piuma il tuo sontuoso gozzo:
chissà che glabro come un avvoltoio
t’esca di gola qualcos’altro, c!

*

Santo Stefano, Bologna

Così importanti, quei mattoni rosa,
quelle quadrettature losangate,
quegli archettucci, quelle colonnine?
Cos’è, senza Dugento non si vive?

O è solo che per caso sono qui,
e c’è tepore, è settembre, è l’una,
e il sole se scompare lascia un grigio
che fascia ciò che in me c’è da fasciare?

Ma no, ritorna e ri-riaccende il rosa,
e gli archi, e le colonne, e mi ripunge
un pathos-flash di osmosi giovanile
con quella roba lì, medievale.

*

Un miracolo di Sarapide

Mia madre ha novant’anni,
è ‘nelle peste’, dice, ma ha un’idea:
‘Si potrebbe trovare un sostituto…’

Leggo in Nock, Conversion: ‘un miracolo
di Sarapide permette di aggirare
la Moira, ma non il fato astrale:
la malattia si trasferisce a un altro
nato sotto la stessa costellazione’.

1 Comment

Rispondi