Melania Panico – Inediti

Poi quando il vento sparì
Ci sedemmo in cerchio
Potevamo ancora sentirla la voce
Un muggito venire dalla montagna 
Sotto la lingua, una ruggine 
Come di sangue masticato 

Quello che abbiamo perso 
Sta sempre nella tromba delle scale
O nel vano dell’ascensore 
È la fatica della luce 
Quando non si aprono gli occhi
Stamattina quello che ho perso
Era la violenza del monte 
Il mistero da raccogliere a terra 

Eppure io ancora non vedo bene
Non so rifare la strada di casa.

*

Campo di sale
Nella notte oscura
Vengo a dirti grazie, ti lascio andare 
Spezziamo il pane
Un inverno posato 
È tutta di tempera l’aria 
Sentirci vivi così


Vengo nel dolore
Come a una partenza 
Non riconosco albe dai binari 
Dai lidi chiusi di novembre 
da qui comincia un mondo nuovo 
La terra si spezza e poi risale
S’impara di nuovo la pioggia 
E ciò che abbiamo già lasciato

In strada due giovani 
Gli occhi quasi chiusi 
Si tengono la mano alla fermata 

Credo adesso nelle cose chiare 
Nel pianto anche di giorno 
Alla luce del sole
Possiamo ancora permetterlo,
Dobbiamo.

1 Comment

  1. Non amo la scelta della maiuscola ad inizio verso (forse la vedo giustificata solo in caso di poesia in metrica classica). Comunque ho apprezzato molto queste poesie, belle.

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