Martina Pelle – Versi

Per grazia


Se dovessi poi tu arrivare
lo farai per grazia
o per clamore
d’avermi a lungo lasciata
senz’occhi
a guardare
il mare;


A lungo lasciata
con l’anima cieca
che si dimenava
in luoghi scurissimi;


D’avermi lasciata
al centro d’una piazza
la notte di Natale
a chiamare
il tuo nome sconosciuto
con le bende
bagnate di pianto.


Sei passato
per non andare.
Da che eri
carceriere
ora sei
ogni manifestazione
del possibile.


Dammi tu ora
la mano straniera
che mi darà luce.


Piccolo sacro scheletro d’uomo
sei tanto vecchio
ed io ormai impura.
T’ho bestemmiato a tarda notte
e ora ti chiedo quell’amore
dove tu sei solo un uomo
ed io solo una donna
e insieme vediamo.

*

Scoprirsi


Il mio corpo ci divide.
Il mio corpo ingombrante
il mio corpo barriera.


E penso che se fosse diverso
tu forse mi ameresti intera.
Come ami il modo in cui
dico del mondo.


Il mio corpo ha preso la forma
d’ogni eccesso.
E non è mai stato così pesante
come oggi che ti ho davanti
come oggi che ti amo.


Tu di me ascolti
la parola che viene dal fondo
ma del mio odore non ne vuoi sapere.
Di te invece io vedo ogni cosa
ed ogni tratto mi è caro.


È difficile essere il mio riflesso
ora che è
il tuo mancato amore.


Vorrei che tu mi baciassi
e mi scoprissi leggera.
Come la donna a cui darai
la pace stasera.

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